Si sta andando verso la chiusura di questa stagione 2022. Un anno importante per il Cross country nazionale che ha visto molti atleti posizionarsi nelle parti alte delle classifiche, ottimo segno per il nostro movimento.
Il presente
Il presente sembra roseo, infatti, dopo i risultati eclatanti di Luca Braidot, possiamo sperare in 2023 da protagonisti. A questo possiamo unire l’iride conquistato da Avondetto nella categoria under 23, oltre ad alcuni ottimi risultati sempre nella categoria under di Filippo Fontana, con il terzo posto di Leogang e di Vittone Andreas che, prima dell’infortunio, era riuscito a conquistare un quinto posto a Petropolis, Analizzando questi risultati possiamo dire di avere una pattuglia dall’ottimo potenziale, sia per la prossima stagione che per quelle a seguire.
Si può fare un discorso simile anche in campo femminile; infatti Martina Berta in questa stagione ha avuto un’ottima crescita, il tutto nonostante l’infortunio patito in primavera che ne avrebbe potuto limitare il potenziale. Ma alle sue spalle ha avuto una buona stagione anche l’altoatesina Greta Seiwald, con diversi piazzamenti nella top 20.
Anche in campo femminile il futuro sembra essere roseo, infatti guardando la categoria under troviamo Sara Cortinovis e Giada Specia, rispettivamente terza e quarta nella generale di Coppa del Mondo, con quest’ultima che ha saputo conquistare anche un quarto posto ai Campionati del Mondo.
I più giovani
E’ difficile poter fare un’analisi delle categorie giovanili, sono molti i fattori che entrano in gioco, la maturazione psicofisica dei ragazzi deve ancora formarsi, l’approccio agli allenamenti e la conoscenza del corpo è in fase di formazione, per cui non è detto che chi vince oggi lo farà anche in futuro. Va da se però che dal confronto con i pari età si possono avere le prime notizie sulla salute di un movimento e quello italiano può ben sperare anche in questo caso.
In campo femminile Valentina Corvi, attuale campionessa italiana, ha dimostrato di avere il passo delle migliori anche ai mondiali, dove ha chiuso con un ottimo sesto posto. In campo maschile possiamo dire che ci sono alcuni atleti da osservare, che hanno ottenuto buoni piazzamenti durante la stagione ma che non hanno avuto l’acuto nell’evento vetrina più importante, ovvero il Campionato Mondiale. Abbiamo avuto la possibilità di seguire l’attuale campione italiano di categoria, Marco Betteo, la cui performance iridata è stata probabilmente condizionata da qualche errore di inesperienza durante l’avvicinamento all’appuntamento. L’ossolano ha però dimostrato in avere il passo giusto e soprattutto la giusta attitudine per crescere; fattori che, se ben indirizzati, potranno garantirgli un futuro da protagonista
L’importanza del team
Questo è un elemento che spesso ci vede un po’ penalizzati, perché spesso i nostri rider faticano a trovare una collocazione nei team internazionali; quelli che per mezzi e struttura potrebbero meterli nelle condizioni migliori per ottenere massimo. E’ un fattore di cui abbiamo già parlato nel caso della Dh; nel xc si sente un po’ meno, soprattutto perché ci sono team italiani ben strutturati, ma che potrebbe comunque rallentare la crescita dei rider. Due esempi su tutti possono essere Avondetto e Giada Specia, i due biker non hanno partecipato alle prove oltre oceano della Coppa, con le quali avrebbero probabilmente migliorato la loro posizione nell’assoluta, un gap che se restasse anche nella categoria elite li penalizzerebbe molto.
Non ne conosciamo il motivo, ma speriamo che la crescita di questo movimento possa essere di aiuto ad annullare questo elemento.
Le giovani leve
Ma analizzare un settore significa anche verificare la sua salute fra allievi ed esordienti e poi nella categoria dei più piccoli. In questo caso più che guardare ai risultati è importante analizzare i numeri, perché la salute dei un movimento la si può vedere da questo. La situazione sembra confortante anche in questo caso.
Più di 300 partenti fra esordienti e allievi fra i ragazzi e più di 100 ragazze al campionato italiano di Bielmonte sono buoni numeri, a cui bisogna aggiungere la crescita dei partecipanti anche fra le categorie dei G. Un segno positivo per l’agonismo che evidentemente è frutto di programmazione e in parte di una cultura sportiva della bici che vede nello sport di endurance una tradizione molto forte sulla strada, che ora si è trasferita anche nell’xc e nel mondo maraton di cui parleremo più avanti.