Dopo l’infortunio di Pierron e lo sfogo di Pippo Marani sulla sicurezza in Coppa del Mondo, siamo andati ad approfondire l’argomento con Pier Paolo Marani in modo da capire meglio quale sia la sua opinione riguardo la DH moderna. Allacciate le cinture perché Pippo è un uomo sincero, senza filtri.
In questa intervista si percepisce la sua passione smisurata per la MTB. Ci sono delle frasi dure ma Pippo non è la persona che lo fa solo per gettare fango ma sono critiche costruttive per poter migliorare perché, secondo la sua opinione, si sta sbagliando rotta in alcune situazioni.
Davide 365mountainbike – Pippo, non ci sei andato leggero con i commenti su internet.
Pippo Marani – Vivo la MTB dal 1980 e ho visto passare generazioni e generazioni di rider sotto i miei occhi e quello che vedo ora non mi piace. Volevo esternare tutto quello che mi sto tenendo dentro da troppo tempo per il bene dell’ambiente.
A cosa ti riferisci?
Ci sarebbero tante cose da dire ma mi soffermo su quello che ha scritto Pierron e che hai pubblicato anche su un tuo articolo. Il francese non ha posto attenzione sul fatto del medico che c’era o non c’era (o delle protezioni, che gli atleti usano), ma ha sollevato il problema della sicurezza delle piste! E questo lo sto sostenendo da anni. Al momento le gare non sono sempre in sicurezza. Io, e porto l’esempio della Val di Sole che ho curato per anni, cercavo di fare il possibile per poter evitare il più possibile eventuali incidenti. Sono conscio che non può esserci una totale sicurezza in DH: si tratta pur sempre di Downhill! Ma limitare i pericoli si.
Hai visto dove è caduto Pierron: ma quello che ha tirato quella fettuccia, su un albero, in quel punto in particolare, non ha visto questo pericolo? Appena sotto la fettuccia, un ceppo o un masso di quelle dimensioni, non ci possono stare!
Potrebbe essere scappato?
Mah, in Coppa del Mondo no, comunque ok, può succedere ma attenzione, non sto dicendo che io ero un genio e che gli infortuni non possono esserci. Dico che non vedo professionalità in certi atteggiamenti: tutto è rivolto allo spettacolo e si tralasciano questioni che fino a poco tempo fa erano la prassi.
Pierron riferisce che non c’era un medico
Mi sembra impossibile che non ci fosse il medico, anzi, è obbligatorio quindi sicuramente c’era il supporto dell’ambulanza con medico. Quello che Pierron vuole dire è che, alla faccia dei maggiori soldi (e lui riferisce, testuali parole, “non so a chi maggiori soldi” mostrando amarezza) non c’è rispetto per i piloti visto che un rider di fama mondiale (Pierron ha vinto la Coppa del Mondo nel 2022, ndr) stava per partire con una vertebra rotta senza una clinica mobile o altro che si preoccupasse per lui.
Il problema sicurezza c’è sempre stato: ti racconto un aneddoto. Al Mondiale 2008 in Val di Sole (quest’anno cade il 15° anniversario) il percorso era visto come uno dei più tecnici in assoluto. Ho messo, lungo il percorso, 80 materassi, 20 reti e controllato ogni singolo metro. Ho cercato in tutti i modi di rendere le cose sicure: sono conscio che, nel bosco, se sbagli una pianta ne prendi 10, ma nei punti più critici c’era la maggior sicurezza possibile senza elementi esterni ad aumentare ulteriormente il rischio (penso a ceppi o altro). E l’UCI, all’epoca, girava per mettere gli striscioni pubblicitari e corde tirate da un albero all’altro che, se un rider usciva dal percorso, si tagliava la gola! E io, regolarmente, li andavo a togliere. Prima la sicurezza e poi viene il resto. Non c’è stato mai un bel rapporto tra me e l’UCI 🙂
Cosa ne pensi dei percorsi attuali?
No buono! Tutti a esaltare queste autostrade dove si entra ai 60km/h nel bosco con parti del percorso dove bisogna fare attenzione al vento altrimenti nelle fasi di volo si sbandiera. Ma stiamo fuori! Questo sto contestando sui tracciati di oggi
Però, ripeto, si sta sollevando il problema della sicurezza delle piste non del “medico mancante”. C’è stata una gara, lo scorso anno, dove alcuni atleti non sono partiti per le qualifiche perché reputavano la pista troppo pericolosa. Ma se nessuno fa niente, nessuno dice niente, questi atleti cadono, “si ammazzano”, e Discovery fa i salti mortali: tanto c’è comunque audience.
Hai visto che bello che era il percorso della Val di Fassa quest’anno? Tutti lo hanno reputato uno dei percorsi più fisici e tecnici della storia dell’enduro. C’erano in ballo migliaia di atleti con categorie giovanili, amatori e PRO. Eppure hai visto gli infortuni? Non ti so dare delle statistiche ma non ho visto nessun infortunio degno di nota nonostante anche la pioggia che ha portato non pochi problemi nelle prove. Perché questo? Perché il percorso era da vera MTB! Non snaturato con ruspe e tratti stile pista da biglie. Il percorso della Val di Fassa era micidiale ma fatto da persone che hanno usato la testa, ma se tu fai quelle c****e tipo gli ultimi ‘tracciati moderni’ che ho visto, vedrai che prima o poi (ma spero di no) rischia di succedere qualcosa di grave (questo ragionamento lo riporto pari pari anche nel cross country).
E chi dovrebbe intervenire?
Direi l’UCI/Discovery ma non vedo umanità da parte loro: io parlavo con gli atleti, mi confrontavo, adesso non dico provino piacere a vedere le cadute, ma mi viene il dubbio. Tanto poi vengono ripostate su internet la sera negli Highlights. “Guarda che volo che ha fatto quello. Guarda che botta!” Questi sono i ragionamenti.
Oggi inizia il grande spettacolo della Val di Sole: ci sarai?
Io ci sarò, sono sempre molto legato alla Val di Sole ed è l’occasione per trovare molti amici e appassionati della MTB. Ma sinceramente sto soffrendo: la pista attuale non c’entra nulla con la vera Black Snake a cui ho lavorato io. Ora la pista appare snaturata, lisciata e, indirettamente, più pericolosa. Ma forse sono di parte. Vediamo (Pippo Marani ha lavorato alla pista fino a fine 2020, ndr).
Grazie a Sam (Hill, ndr) che è stato il primo a darmi le indicazioni per migliorare il tracciato. Perché gli piaceva tanto la Black Snake. E grazie a lui che con questa caduta, 15 anni fa al Mondiale, ha fatto esplodere la Black Snake! Grazie Sam – Pippo Marani
Ti piace il nuovo format della DH?
Così però mi metti in crisi: sembra che non mi vada bene un bel niente! Io sinceramente faccio fatica a seguire la Coppa quest’anno: bella l’idea di unire tutte le discipline in un weekend ma tra venerdì, sabato, domenica, prove, semifinali, finali, short track, si fa fatica! O meglio, si perde un po’ di attesa, di patos… passa tutto troppo in fretta! Oppure sarò io vecchio, ma il discorso delle qualificazioni, della semifinale e della finale (in DH, ndr) mette tutti un po’ sotto stress. Naturalmente è stato fatto per fare audience ma fare 2 manche così vicine tra loro, penso a semifinale e finale, dando addirittura punti in semifinale, aumenti di molto i rischi.
Ci sono atleti che si prendono tantissimi rischi per entrare nei 30. E se ce la fanno, poi via subito di finale con tempi di recupero molto ridotti. E i distacchi si misurano in centesimi! Ma te hai mai visto una gara di centesimi dentro ad un bosco? Succede nello sci, ma ci sono altre dinamiche. Tu vuoi dire che una gara di DH che si svolge in un bosco super tecnico si gioca sui centesimi? Questo sta a significare che i tracciati sono monolinea e veloci, come in F1, MotoGP: hai la linea “obbligata”, se non fai quella linea ti schianti da qualche parte. Non c’è più l’atleta che fa un passaggio particolare, quello che vedi che in quel punto è passato in una zona dove gli altri non hanno avuto il coraggio di passare. No, ora sono tutte autostrade dove i rider viaggiano (salvo eccezioni) in monolinea.
Trattasi di tracciati New School che nulla hanno a che vedere con il passato
Si, lo so, però la generazione nuova, i ragazzi con il ciuffo, sono nati dentro i bike park quindi sicuramente l’UCI/Discovery, che guardano il puro aspetto monetario della cosa, si fanno influenzare da questa situazione. Ai giovani non piace il tecnico old school: se entrano nella Val di Sole “originale” dei primi tempi, mi sa che ne escono pochi. Ma tranquillo Davide, scrivitelo da qualche parte, si tornerà indietro: si tornerà alle piste naturali!
Ma i rider cosa pensano?
Io sono sicuro che, se parliamo con i rider, la quasi totalità è d’accordo con quello che stiamo dicendo in questa intervista. Ma l’UCI non sta guardando quello che chiedono gli atleti ma vuole lo show, vuole il business.
Se qualcuno si sente offeso dagli pure il mio numero di telefono 🙂 Però voglio ricordare a tutti che sono un appassionato del DH e non voglio avere la verità in tasca: voglio solo il meglio da questo fantastico mondo che è il Gravity! Ciao a tutti i lettori di 365mountainbike – Pippo Marani