Laura Rossin, vincitrice del Superenduro 2013, è una delle atlete che è stata impegnata con l’enduro fin dagli albori. Nata a Imperia, classe ’91, ha nel suo palmares ben 3 titoli italiani e due vittorie assolute del circuito Superenduro. Dal 2017 gestisce, insieme al suo compagno Giovanni D’Aroma (altro ottimo endurista), il negozio Soul Cycles a Finale Ligure. Quest’anno è tornata alle gare dopo che nel 2021 si è presa un anno di stop per via della maternità. Andiamo a conoscerla meglio.
Come e quando ti sei avvicinata alla MTB?
Dopo 10 anni di agonismo su strada avevo bisogno di cambiare aria e pensare a divertirmi un po’ di più , ho visto nella MTB un giusto compromesso tra fatica e divertimento. Dopo 2 anni di gare XC (Amatore), un mio caro amico che faceva gare di Enduro mi ha portata a fare una giornata di Shuttle a San Romolo (non proprio il miglior posto per una principiante: avevo solo la mia bici da xc e dopo una giornata abbastanza impegnativa mi ha prestato la sua bici da enduro per fare una discesa (totalmente fuori misura) ho preso naturalmente un sacco di colpi in terra ma da quel giorno lì ho capito che quella era la strada giusta. Circa 4 mesi dopo ho fatto la mia prima gara di Enduro: Superenduro Coggiola 2012 dove sono arrivata seconda.

Come è nata la passione per l’enduro?
Sinceramente fino a quel giorno non sapevo nemmeno che esistesse come disciplina, direi che la passione è nata grazie al gruppo di “amici enduristi” che mi ha letteralmente contagiata e aiutata. Senza di loro probabilmente non avrei fatto nemmeno una gara. Amavo lo spirito leggero di quell’ambiente (naturalmente per me che ne venivo dal mondo rigido della strada e un periodo della mia vita particolarmente difficile) e poi diciamo che ci ero abbastanza portata. Sta di fatto che dopo aver fatto la prima gara poi non ho più smesso.


In passato hai colto ottimi risultati a livello nazionale. Ora da neo mamma ti sei ributtata nella mischia: senti di poter raggiungere ancora traguardi importanti nell’imminente futuro? Ti sei posta degli obiettivi particolari?
Ributtarmi nella mischia era assolutamente nei miei piani, sapevo che non sarebbe stato facile e di fatti non lo è stato, ma devo dire che non mi sono mai sentita così tanto motivata in vita mia, mi sento molto maturata e ho raggiunto una serenità e stabilità mentale che aspettavo da tanto. Fino ad ora, per svariati motivi, non ho mai raggiunto il mio limite atletico quindi assolutamente il mio prossimo obiettivo sarà quello di “vedere fin dove posso arrivare” anche in campo internazionale ora che sono mentalmente, economicamente e fisicamente a posto.


Soddisfatta del tuo Trofeo delle Nazioni? Eri assieme a 2 ragazze molto cariche come Nadine Ellecosta e Gloria Scarsi.
Considerando i vari problemi meccanici e cadute che ci hanno accompagnato nella prima lunghissima PS credo che il quarto posto sia un risultato assolutamente soddisfacente: eravamo consapevoli di avere le carte in regola per salire sul podio, ma le altre ragazze erano davvero veloci. Sono contenta di aver gareggiato insieme a Gloria e Nadine, siamo state unite e cariche per tutto il weekend, una esperienza bellissima!
L’articolo di Marco Tagliaferri ha fatto discutere, c’è stato un punto in cui ti sei trovata in disaccordo?
(ndr, link all’articolo di Marco Tagliaferri) – Marco ha fatto un’analisi giusta e obiettiva della situazione attuale, ad oggi nessun Endurista Italiano è stabilmente in top20 in EWS e non ci sono U21 in classifica. A differenza delle ragazze che, invece, stanno crescendo molto. È vero. Ma è inevitabile che quando si parla di disinteresse, o si fa riferimento a una certa incapacità, qualcuno si senta tirato in causa: io stessa mi sono sentita toccata. Non dico che se negli ultimi anni avessi potuto fare tutta l’EWS con un supporto di un certo tipo e uno stipendio avrei vinto, ma non ho nemmeno avuto la possibilità di provarci.


Come tanti altri ragazzi. Il livello è talmente alto che non si può pensare di poter competere presentandosi all’ultimo momento, senza un team di supporto, e con l’ansia di non farti male perché Lunedì dovrai tornare a lavorare. Quelli che lo fanno comunque “alla spera in Dio” sono degli eroi: eroi ricchi o incoscienti. Come dicevo in precedenza, per avere buone prestazioni ci deve essere una certa stabilità, fisica, mentale e soprattutto economica, che io ho raggiunto a 31 anni (un po’ tardi) e lavorando duramente. Che mi risulti ad oggi nessun Team Italiano ha mai avuto i soldi per creare una squadra di professionisti stipendiati e portarli in giro per il mondo con meccanici e massaggiatori. Ci possono anche essere fenomeni che fanno tutto da soli dormendo in tenda, ma si contano sulle dita di una mano. Quasi tutti quelli che sono davanti sono in un team ben organizzato, non lasciano nulla al caso e sono stipendiati. Subito dietro troviamo gli Italiani.


…e invece qualche punto in cui ti sei trovata d’accordo?
È anche vero da quello che ho dedotto dalle parole di Marco che ci sono personaggi anche talentuosi che si accontentano di vincere la gara del paese atteggiandosi da fenomeni. Come altri che le gare del paese le finiscono a stento. Sono gli stessi che finora hanno impedito la famosa spinta necessaria alla crescita del movimento. Differenziare le gare per i weekend warriors da quelle per gli aspiranti professionisti è assolutamente necessario, cosa che si sta cercando di fare, per accontentare tutti e non negare il divertimento a nessuno. Ancora più importante, giustamente, puntare sui più piccoli prendendo spunto dalle altre discipline senza preoccuparsi troppo dell’aspetto ludico. I bambini devono divertirsi ma la giusta dose di agonismo a 7-8 anni non è diseducativo, basta insegnargli che si è avversari solo in gara e non nella vita. Cosa che noi adulti abbiamo dimenticato.


Da atleta, secondo te l’Enduro è in un buon stato di salute?
Globalmente si, basti notare l’ enorme passo in avanti che ha fatto l’ Enduro World Series. E i tanti Atleti (non italiani) che facendo Enduro ci mantengono la famiglia. A livello Nazionale secondo me non siamo andati indietro, semplicemente non ci siamo mossi, siamo ai livelli di 10 anni fa, quando ho cominciato io. mentre non è così per gli altri paesi che vanno avanti come treni. Qualcosa sicuramente cambierà tra qualche anno, ma siamo comunque rimasti indietro. Sicuramente le prossime generazioni se la vedranno meglio.


Quali sono i tuoi hobby preferiti oltre la bici?
Mi piace fare sport in generale, trekking, correre e nell’ultimo anno ho sperimentato anche lo sci alpinismo. Ho una passione smisurata per gli animali, di fatti a casa ho tirato su una specie di fattoria.
Come passi il fuori stagione lontana dalle gare? Pratichi altri sport?
Nel fuori stagione ne approfitto per lavorare di più e stare con la famiglia, gli sport che pratico in off season che ho citato prima sono infatti quelli in cui si può stare tutti insieme, cane compreso.




Congratulazioni Laura e in bocca al lupo per la prossima stagione agonistica.
Grazie mille e alla prossima.
