La risposta è si.
Ma andiamo con ordine. L’ultima Rampage vinta da Semenuk in sella ad una Trek mono piastra poteva restare uno spot estemporaneo, oppure risultare il primo tassello per una rivoluzione interna al free ride più spinto. Chiunque abbia seguito l’evento svoltosi nello Utah nel 2021, si sarà accorto che la scelta di un mezzo differente portata avanti dall’atleta canadese, non è stata una strategia di marketing, ma una scelta tecnica, grazie alla quale tutti noi abbiamo potuto assistere ad una run con evoluzioni impensabili con un mezzo da DH, per ovvi limiti tecnici dello stesso. Nessuno di noi ha la palla di cristallo ma è pensabile che Quella di Brandon sia stato l’elemento che porterà a scelte differenti anche per altri biker.
A confermare questa ipotesi qualche giorno fa è arrivato il comunicato con cui Cam Zink presentava il suo nuovo partener tecnico, Devinci e guarda un po’, il mezzo che utilizzerà nelle competizioni free ride più estreme come la Rampage stessa è una Spartan mono piastra che il marchio canadese ha affidato al forte rider perchè ne sviluppi il progetto. (qui la presentazione),
Ma non sarà il solo a tornare alle origini del free ride, infatti anche Erik Fedko, giovane promessa tedesca che in questa stagione è passato a YT ( qui il comunicato) ha deciso di utilizzare la Tues, mezzo discesistico di YT per affrontare i contest più impegnativi.

Ma sarà vera rivoluzione?
In questo caso la risposta è negativa.
Il passaggio alla mono piastra è di fatto un ritorno alle origini del free ride. Infatti i primi mezzi dedicati a questo modo di interpretare la MTB nascevano già con questa caratteristica. Mezzi progettati con una concezione che li rendeva più adatti ad un uso ludico, erano la scelta ideale per chi amava i bike park e per tutti quei rider che non avevano il cronometro in testa. Angoli che per l’epoca erano meno estremi, 180 mm di escursione sia all’anteriore che al posteriore e una forcella mutuata da quella da dh ma in versione mono piastra era gli ingredienti pe run prodotto che nei primi anni 200 ha avuto un discreto successo. è stato l’arrivo delle bici da enduro a mettere fine all’eco delle bici da free ride, mezzi che avevano caratteristiche simili ma una versatilità di utilizzo più ampia.
A volte ritornano
Ora ritornano, per la gioia di tutti quei rider a metà strada fra un endurista e un Dher. Infatti, le moderne bici da DH sono diventati degli aerei che hanno bisogno di velocità, pendenze e ampi spazi per essere sfruttate. Nascono per le gare e generalmente per un pubblico esperto e non sempre si adattano ad un utilizzo ludico, risultando un po’ macchinose da condurre. Contemporaneamente anche le bici da enduro sono diventate sempre più delle macchine da guerra, che mantengono però una concezione pedalatoria spiccata, il che le rende più nervose e adatte ad un pubblico più fisico. Queste nuove free ride potrebbero avere quindi un loro spazio fra gli amanti dei bike park e quel segmento che cerca il solo divertimento e vuole un mezzo facile da condurre. A breve vedremo quali saranno le concezioni e le soluzioni che adotteranno le case e se davvero queste bici torneranno in auge. Osservando il mezzo di Zink si nota che è una mullet, segno che indica già una direzione precisa, che vuole un mezzo stabile all’anteriore ma più facile da inserire nelle curve strette, caratteristica tipica di questo genere di bici.
Per adesso l’unica certezza è quella che ai prossimi appuntamenti come la Rampage avremo almeno un altro rider che ci delizierà con evoluzione che per adesso il solo Semenuk ha saputo offrirci.

