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All’ombra della lanterna


Cia Marco, ti ricordi di me? Certo Andera, come stai? Inizia così una chiacchierata durante l’ultima fiera di Verona con Andrea Rocchi, biker conosciuto a Varazze alcuni anni fa durante una tappa del Superenduro. 

Mi spiega che ha iniziato un progetto di turismo, aprendo un bed n’ breakfast e realizzando quello che era un sogno, fare la guida sui sentieri di casa sua. Mi invita ad andare a trovarlo, per fare un giro sulle colline che circondano Genova e vedere così come anche i quel tratto di Liguria ci sia da far bene.

Come spesso accade non è stato semplice organizzare questo giro; meteo incerto, impegni di varia natura e malanni di stagione hanno fatto slittare più volte l’uscita. Ma alla fine ci siamo riusciti.

Il cielo plumbeo ci fa dimenticare di essere al mare

Naturalmente uno si aspetta di andare al mare a fine maggio e di trovare il sole e un clima mite che possa accompagnare l’avventura, invece no, parto da casa al mattino presto con il cielo terso e 20° e arrivo a Genova con un grigio plumbeo e 14°, fantastico sono piombato nell’autunno londinese.

Ma lasciamo stare il meteo, noi biker no ci spaventiamo difronte a nulla e quindi cosa possono essere due gocce d’acqua e un po’ di nebbiolina?

Si parte dal b n’b di Andrea, un posto incantevole con una vista interessante e dettagli che fanno subito vacanza. Usciamo dal cancello e inizia il trail, risaliamo una tipica crosa ligure, ci dirigiamo verso il monte Gazzo attraversando una cava di calcio. Impressionante vedere come la montagna sia stata mangiata da entrambi i lati. Raggiungiamo un gruppo di fortificazioni difensive che ora sono state riconvertite a area pic nic e dopo aver incontrato una scolaresca in gita e aver fatto il pieno dell’allegra energia che i piccoli sanno dare, ripartiamo verso il santuario del Gazzo, primo puto panoramico di giornata. Se non fosse per la vista sottostate non si direbbe di essere a due passi dal centro di una delle più importanti città italiane. Genova e il suo porto è sotto di noi, ma noi siamo immersi nella natura, fra sentieri e alberi, boschi e trail rocciosi. Una contrapposizione interessante di cui parlo con Andrea, che mi spiega che molti dei sui clienti atterrano al piccolo aeroporto che vediamo sotto di noi e in due minuti sono da lui pronti a scoprire l’entroterra ligure. Un break per capire dove siamo, la nebbia intanto è salita, e ci lanciamo per la prima discesa che Andrea ha pensato di propormi.

Un trail selvaggio, rock garden e tracce completamente naturali fanno la gioia del sottoscritto. Intanto nella mente continua a restare il pensiero un po’ incredulo di essere a Genova, non in un piccolo borgo dell’Appennino, ma in città.

Si possono fare anche incontri particolari sui sentieri del genovese

Intanto si scende, incontriamo dei cavalli liberi che ci osservano un po’ titubanti e rapidamente, troppo rapidamente, siamo nuovamente nella civiltà. Solo un attimo e si risale; questa volta si cambia valle abbandoniamo per un po’ la città e ci addentriamo nel verde dei boschi. Andrea mi fa da guida, oggi il mio Virgilio e mi porta fra i gironi del purgatorio per espiare i miei peccati. Ammetto che in breve, vuoi la nebbia o la mia distrazione, mi perdo o mi lascio perdete e pedalo senza badare a dove mi trovo, paesini che ricordano alcune valli da cui provengo, un trail lavorato molto divertente e lentamente ci troviamo da Mario, osteria da Tucci.

Ci vediamo da Mario prima o poi…

Punto di tappa obbligatorio per rigenersi. Mario è il gestore di una trattoria situata in un punto non ben precisato dell’universo. Il tempo si sospende ed è forte la sensazione di essere in un luogo dove il tempo viaggia a velocità differente, niente design, arredamenti moderni o dettagli che farebbero la felicità del super poser, un posto accogliente che sa ospitare i viandanti a due ruote con una cordialità spontanea che ti fa subito dire, bene sono a casa e per oggi da qui non muovo più. Tagliolini ai funghi e ravioli, rigorosamente fatti in casa non sono proprio la dieta del perfetto ciclista, ma come dire di no? I tempi tiranni non permettono di rilassarsi più del dovuto e devo saltare la crostata fatta in casa che era lì a portata di mano.

la salita verso il monastero della Guardia utilizzando la vecchia guidovia

Ci aspettano Il monastero della Guardia con la sua vista impareggiabile e la guidovia su cui pedalare. Si riparte con la nebbia che avvolge tutto e io posso solo fidarmi della mia guida. Un po’ di asfalto, un po’ di sterrato e in lontananza vediamo l’appennino che si unisce alle alpi, qui siamo quasi in montagna. L’aspetto suggestivo della Liguria è proprio questo, basta distrarsi un attimo  e sdraio e ombrellone lasciano il posto a boschi e monti. Comunque arrivammo sul monte Figogna, al santuario della Guardia. E qui scopro gli scherzi che fa la nebbia se n stai proprio attento, guardo in una direzione convinto di vedere Genova e invece Andrea mi avvisa che è dalla parte … va beh, le guide devono pur servire a qualche cosa. Nebbia, nebbia e ancora nebbia, per cui è inutile fermarsi troppo e si riparte.

L’ultima discesa è una goduria, sponde, appoggi, tratti lavorati dai trail builder locali, un’opera certosina che regala ottime sensazioni, poi si Sale ancora un po’ in zona fortini, dove le grida dei bambini del mattino restano solo dei ricordi e ultimo trail, il mare è lì sotto, salti, sassi, staccate e un finale che non ti aspetti e che non voglio spoilerarvi ci riportano davanti al cancello da cui siamo partiti questa mattina. C’è ancora tanto da vedere su questi monti, Andrea mi promette che la prossima volta andremo sul monte pennello, 995 mt sul mare per un 1000 e non più 1000, una dh dai monti al mare che già mi stuzzica.



Scritto da

marco.tagliaferri@365mountainbike.it Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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