Peter Sagan sta chiudendo un Tour de France non ai suoi livelli, cioè i livelli di un campione indiscusso. Ma è triste vedere come molte persone abbiamo dimenticato quello che ha fatto. O è solo il fatto che i social strizzano l’occhio più a quelle persone, diciamo, superficiali che perdono tempo a commentare (malamente) un post, piuttosto che ad utenti attenti che spesso passano oltre a queste situazioni?
TOUR DE FRANCE 2023
Peter Sagan, 33 anni, occupa attualmente il 135° posto a quasi 5 ore dal leader Vingegaard. Ma, guardando il passato, Sagan ha conquistato 7 maglie verdi (il più vittorioso) e 12 vittorie di tappa.
Sono grato per tutto ciò che ho ottenuto e sento di aver raggiunto risultati incredibili. Ma ho sacrificato molto per questo. Tali sacrifici ora mi pesano e non posso più farlo. È ora di voltare pagina – Peter Sagan
Sagan una volta comandava il Tour assieme ai vari Chris Froom, Mark Cavendish o al treno del Team Sky. Qualsiasi tappa, volata o sali/scendi, era giusta per “Tourminator”. E quando non vinceva, il suo carisma e lo stile “rock star” lo tenevano sempre sotto i riflettori.
Sagan ha vinto la maglia verde ad ogni Tour che ha concluso fino al 2019 e ha vinto altre nove tappe lungo il percorso. E, naturalmente, mentre non lo faceva, stava vincendo titoli mondiali e classiche monumento.
Peter Sagan è una specie di mio idolo. Sono ancora un suo fan. Non solo perché è tre volte campione del mondo, ma perché è Peter Sagan – Tom Pidcock (2020)
All’inizio dello scorso decennio, Sagan ha contribuito a ridefinire le regole del ciclismo moderno: capello lungo e gambe non depilate, un sacrilegio nel mondo della strada che lui ha messo in discussione senza mezze misure mostrando che si può vincere anche senza farsi i peli delle gambe.
Per 10 anni o più, Peter è stato uno dei migliori corridori del gruppo con molti recor. È triste che le persone dimentichino così in fretta quello che ha fatto. È facile dire qualcosa di brutto quando le cose non vanno per il verso giusto – Daniel Oss, gregario di Sagan
GLI INIZI IN MTB
Nel 2008 ha avuto un’annata straordinaria tra gli Juniores nella MTB: un titolo iridato nel cross country in Val di Sole, vittoria nella generale di Coppa del Mondo, titolo nazionale XCO, un’altra vittoria agli europei di St. Wendel e l’argento mondiale ciclocross a Treviso. Questo ha fatto si che molti team su strada abbiano notato il talento slovacco. La prima fu la Liquigas, che ingaggiò il giovane Peter mentre faceva lo stagista al Team Cannondale Factory con Marco Aurelio Fontana.
Poi il passaggio su strada e tantissime vittorie importanti che lo hanno portato ad essere uno degli atleti più famosi al mondo (3 mondiali su strada). Al suo apice, Sagan è stato pubblicizzato come “il migliore della classe” per quasi tutto, al di fuori delle grandi corse a tappe.
A soli 22 anni, lo slovacco dalla testa rasata e affilato è arrivato al suo primo Tour come un turbine con tre vittorie di tappa nella prima settimana. Ha vinto una corsa in stile classica davanti a Fabian Cancellara e Philippe Gilbert nella prima tappa, uno sprint da duro nella terza tappa, e ha concluso con un gran finale nella sesta tappa. E non ha smesso per molto tempo.
I Van Aerts e i Pidcock di oggi sono il Peter di ieri. È stato il primo a correre in modo aggressivo, non solo pensando al modo normale di fare le cose. Ha aperto quella filosofia di vincere su terreni diversi e in modi diversi. Con lui è nato il ciclismo contemporaneo. Ma ora è il momento per gli altri – Patxi Vila, ex allenatore di Peter Sagan
Si è tinto la barba di verde, ha indossato occhiali da sci per le acrobazie degli sponsor e ha trollato i rivali su Twitter. Per lui il ciclismo era sport, ma anche divertimento.
Vila, che ha lavorato con Sagan durante i suoi anni di Bora-Hansgrohe, ha detto a Velo che crede che le esigenze del ciclismo moderno brucino i ciclisti troppo velocemente. E ha indicato Sagan come l’esempio perfetto.
“Vedremo cosa succede con altri ragazzi che hanno la mentalità di Peter, ma penso che stiamo affrontando carriere più brevi. La carriera di un atleta è come una ciotola d’acqua: la prendi a piccole dosi o te la versi sulla testa”, ha detto Vila durante la settimana di apertura del Tour, “Peter forse l’ha versata troppo in fretta. Ha avuto 10 o 11 anni buoni, ora, purtroppo, sta pagando il conto”.
CHIUSURA CARRIERA IN MTB
Ha ammesso di essere pronto a ritirarsi dal ciclismo professionistico nel 2020, ma di voler riprovare per l’ultima volta il salto nella MTB. Concludere la sua carriera con il 1° vero amore, vale a dire la Mountain Bike. Clicca su questo link per trovare tutte le info del caso.
Intanto prepariamoci a salutare, Domenica, l’ultimo Tour de France del grande Peter Sagan: è improbabile che Sagan vincerà e sembra che sarà felice anche solo nel salutare gli Champs-Élysées. Ma il Tour de France, e tutto il suo gruppo, saranno tristi di vederlo andare via. Dopotutto, è stato uno dei grandi atleti che ha reso interessante il Tour (e non solo) negli ultimi anni.
Ti aspettiamo in MTB, Peter.