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Test Scott Patron e-ride 900 Tuned: La e-mtb divora dislivelli

Autunno inverno elettrico, in compagnia della Scott Patron e-tuned. Il modello di alta gamma che Scott ha pensato per un utilizzo all mountain spinto.


La bici

Molte le soluzioni tecnologiche presenti su questo modello. La prima riguarda la nuova via che Scott ha intrapreso a partire dalla Spark, modello che abbiamo testato in precedenza, che prevede l’alloggiamento dell’ammortizzatore inglobato nel telaio. Una scelta che oltre a dare più pulizia alle linee, permette una progettazione differente, con la possibilità di rendere la struttura che orbita attorno ai leveraggi più rigida e conseguentemente più precisa. Un coperchio di facile sostituzione permette di raggiungere con facilità l’alloggiamento dell’ammortizzatore per le operazioni di setting dello stesso.

Anche la batteria, ora da 750Wh, è di facile estrazione, bastano infatti tre semplici azioni senza l’utilizzo di particolari chiavi. Per la spiegazione vi rimando a questo video.

Il motore è il Bosh performance cx, ruotato di 46° in modo da posizionarlo in alto, situazione che ne garantisce una maggiore protezione dagli urti.

Poco visibili ma importanti le soluzioni utilizzate per la realizzazione del telaio. Scott si avvale dell’utilizzo del software FEA, capace di simulare ogni sorta di sollecitazione che può subire. Questo permette ai tecnici di progettare telai che abbiano la massima rigidità riducendo il peso complessivo.

Chiudono la serie di soluzioni personali di Scott i cavi integrati, ormai marchio di fabbrica, la presenza di luci fisse e l’ormai collaudato sistema twin loc.

Allestimento

La componentistica è di alto livello. Fox 38 Float Factory Kashima e-MTB con cartuccia Fit4 e off set da 44mm, mono Fox Nude e-ride evol, customizzato per Scott. Freni Shimano xt, mentre di Sram il comparto trazione, con un mix x01 gx.

Sono di Syncros le ruote, precisamente il modello Revelstoke con canale da 30mm e coperture Dissector da 2.6 pollici di casa Maxxis.

La prova

Un mese di riding cercando di portare questa Patron in tutte le condizioni tipiche dell’off road. Come già accennato la sfida più stimolante è stata in salita. Infatti la vera evoluzione del settore delle e-bike è proprio in quella direzione. Quindi non più solo un mezzo che riduce i tempi dei trasferimenti fra una discesa e la successiva, ma qualche cosa di più che sia in grado di farci affrontare pendii impensabili con una muscolare anche per Shurter.

La salita

Iniziamo quindi proprio da questo segmento; come si comporta questa Patron in salita? Il motore spinge molto bene, raramente ho dovuto inserire il tour, da tanto era sostenuto il supporto anche nella funzione eco. La posizione in sella è efficace e ben bilanciata. Come già notato anche sui mezzi muscolari di casa Scott, il sostegno dato dal twin lock nella modalità trail è tale da non sentire la necessità di bloccare completamente le sospensioni. La scelta di una guarnitura con pedivelle da 165mm può essere opportuna per aiutare a mantenere una pedalata agile, fatto che oltre a garantire una maggiore autonomia permette anche di forzare meno il motore.

Le salite impossibili

Come accennato nell’introduzione il focus che ho voluto tenere con questa e-bike è stato a dislivello positivo, quindi avanti con le salite impossibili, quelle piene di gradoni e tratti di guida difficili, di cui ho parlato in un precedente articolo.

Qui la ciclistica ha aiutato molto, è stato necessario fare una regolazione di fino della posizione in sella per cercare la corretta bilanciatura, ma dopo alcune prove questa bici si è dimostrata veramente entusiasmante. Ho voluto saggiarla su una salita test presente dalle mie parti, Il Fontegno. Una mulattiera con 600 mt di dislivello che si arrampica sul fronte della montagna. Un lastricato compatto, con tornantini stretti e ripidi. Il primo aspetto che mi ha sorpreso è stato il fatto che ho dovuto salire in eco, poiché con il livello tour la bici diventava un po’irrequieta e difficilmente governabile.  Questo però ha messo in evidenza l’ottima copia presente già con questo supporto. Una spinta che mi ha permesso di girare al primo colpo anche su tornanti dove spesso faticavo. Grazie alla possibilità di salire con poco supporto del motore ho potuto gestire la trazione nonché la guida nelle situazioni più trialistiche. 

Dopo questo primo approccio ho voluto osare di più, andando a girare sulla salita della Centrale. Qui è complesso anche scendere, sia per la pendenza che per il grado di asperità presenti. La bici si è comportata bene; anche in questo caso maggior parte del periodo l’ho passato con la modalità eco, per salire in modalità tour è stato necessario studiare le traiettorie poiché la velocità iniziava ad essere importante.

Per saggiare meglio la spinta del motore anche nella modalità tour e e-mtb ho dovuto dirigermi verso salite più scorrevoli . Qui il motore ha potuto dare il meglio di se.

In discesa

Una volta raggiunta la vetta, con dei fuori giri del mio cuore più vicini ad una PS enduristica che ad un giro in e-mtb; è stato il momento di girarla e dirigere il manubrio alla massima pendenza . Quale sorpresa nel trovare un mezzo ottimamente bilanciato e intuitivo. Fin dai primi istanti ho avuto la sensazione di avere fra le mani un mezzo guidato da molto tempo. Il peso generale viene in parte annullato da un’ottima idraulica che permette di sfrenare abbastanza bene il ritorno, dandogli così la reattività necessaria a galleggiare sui tratti più scassati. La luce fra le gambe e la distribuzione delle masse permettono anche un’ottima mobilità per correggere la guida per renderla fluida ed efficace.

Ho trovato l’angolazione del manubrio ottimale per la mia guida, questo mi ha permesso di apprezzare la maggiore rigidità e precisione dell’insieme attacco+manubbrio. Non potendo regolare la sua posizione questa soluzione potrebbe essere vista un po’ come un azzardo, poiché se un biker non trovasse corretta l’angolazione del manubrio potrebbe incorrere in qualche problema e dolore ai polsi

Per verificare l’effettiva rigidità dell’insieme dovuto al il mono inscatolato, ho provato a ridurre sensibilmente il mio sag abituale, portandolo attorno al 20%. La bici continua a comportarsi egregiamente, anche se si percepisce il maggior scarico degli urti sui piedi, così come si ha la netta sensazione di dover lavorare di più quando bisogna pompare il mezzo nelle compressioni. Questo perchè la rigidità dell’insieme limita considerevolmente le torsioni e le flessioni dei leveraggi.

Molto stabile nell’inserimento di curva e nella conduzione. In uscita la buona risposta dell’idraulica permette di avere una spinta valida anche pompando sui pedali.

Ho trovato un po’ limitanti le coperture. Ammetto di non gradire molto gomme con sezioni da 2.6, secondo me un po’ troppo ingombranti soprattut nei tratti con pietre sconnesse. Il grip al posteriore ha un po’ risentito di una tassellatura relativamente bassa per la tipologia di bici. Se è comprensibile una scelta simile su un mezzo da all mountain muscolare, secondo il mio modesto parere su una e-mtb con 160mm di escursione fronte retro si potrebbe osare un po’ di più.

Come già detto bene il comparto ammortizzante, con la 38 in modalità elettrica che mantiene un ottimo sostegno e una gamma di regolazioni che permettono di ottimizzare il suo funzionamento.

Anche il mono ha un buon funzionamento, supportato anche dalla maggior rigidità data dalla filosofia costruttiva . Durante il test, il rovescio della medaglia della soluzione inscatolata è stato una perdita di sensibilità dell’ammo nelle lunghe discese, dove si è percepita gradualmente un maggior lavoro a carico delle gambe e una minor sensibilità dello stesso. Questo inconveniente potrebbe essere ovviato con una griglia aperta che permetta di regolare meglio la temperatura

Conclusioni

Un mezzo che sposta più in alto l’asticella delle performance di questo segmento di mercato. Un progetto con molte soluzioni originali che danno un’identità precisa al progetto. Linee assolutamente pulite, grazie all’aver nascosto il mono e al sistema di passaggio dei cavi che rendono la Patron un mezzo dalla linea elegante e minimalista. Qualche dettaglio da rivedere, come la scelta delle coperture e il raffreddamento del mono che andrebbe preso in considerazione su una e-bike nata per affrontare grandi dislivelli.



Scritto da

marco.tagliaferri@365mountainbike.it Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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