Come detto, nell’intro, ho utilizzato questo ammortizzatore per 7 mesi sulla mia Commencal Meta AM, provando ogni possibile regolazione; incontrando situazioni differenti, dal freddo invernale al torrido estivo; passando per il terreno secco dell’Italino di La Thuile, le sponde della Paganella, i rilanci di Pogno e le radici della Vigezzo.
La prima impressione è stata positiva, ho ritrovato pienamente la sensibilità tipica della molla, capace di assorbire ogni asperità e di mantenere uno standard di funzionamento constante anche su discese molto lunghe. Mi è piaciuta l’idraulica sfrenata del ritorno e la morbidezza della compressione. Ma il vero punto a favore è data dall’efficacia delle regolazioni, capaci di cambiare volto alla bici in un click.
Compressione
Sulla Meta che sto utilizzando da qualche mese l’idraulica in compressione risulta abbastanza morbida, fatto che permette di assorbire bene gli urti più grossi, dando un’ottima stabilità al carro senza gravare troppo sulle gambe. Tanta morbidezza trova però il suo limite nei bike park, quando si cerca la spinta in più in uscita dalle sponde o si vuole maggiore sostegno per chiudere i salti. Qui ci viene in contro ottimamente la regolazione della compressione, molto sensibile ai click e che con pochi step riesce a trasformarlo, dandoci quel muro nella parte centrale dell’escursione che risulta essere molto utile sulle piste più lavorate e nell’affrontare i salti, dove un mono più morbido finisce con il mangiarsi il kick, riducendo la possibilità di decollo.

Ritorno
Mi piace un ritorno veloce e questo mono soddisfa le mie esigenze. La risposta rapida la si sente tutta nei tratti scassati, dove un ritorno veloce annulla l’effetto muto che fa sì che i colpi in sequenza li ammortizzino le gambe e non i carro. Ma avere un rebound sfrenato serve anche per assecondare una guida più attiva, in uscite dalle curve o quando bisogno alleggerire la bici.
Come per quel che riguarda la compressione anche la frenata del ritorno è molto sensibile. Pochi clic e cambia nettamente il comportamento del mezzo.

Il blocco
Ottimo anche il blocco, che rende il carro molto rigido e sostenuto. Il mono si chiude all’incirca della misura del sag e poi non si muove quasi più, al punto che in pianura preferisco tenerlo aperto.
In salita al contrario questa regolazione permette di trasmettere meglio l’energia alla ruota con poca dispersione e con un lavoro del carro che aiuta a copiare le asperità del terreno. Nelle salite più lunghe al blocco in chiusura o provato ad unire anche la chiusura del il ritorno, la stabilità aumenta, permettendo così di risparmiare preziose energie. Analogamente ho provato a chiudere completamente le regolazioni in comprensione trovando quella situazione ideale quando i dislivelli si fanno importanti o ci si fa prendere dal sacro furore dei kom in salita, anche se con un endurona può avere poco senso.

Conclusioni
La lunga esperienza di Rock Shox nel settore MTB si vede tutta e ha permesso di realizzare un ammo fantastico. Ottima la sensibilità alle regolazioni, che permettono di ottimizzare il lavoro della bike, seguendo sia le caratteristiche del tracciato che lo stile del biker. Un prodotto ready to race che saprà assecondare anche i desideri del rider più esigente.
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