Quante volte abbiamo sentito, o letto, questa frase. Io sono il primo ad essere contro il sistema, ma mi piace analizzare i fatti in modo approfondito e non con il classico approccio da bar che va tanto di moda sui social.
No, le bici non costano come una moto!
⚠ “POLEMICA” THE TALKING HELMET: https://youtu.be/id3GLKKwggc
Basta guardare un catalogo di qualsiasi marchio di moto per vedere che esistono vari livelli di prodotto: si parte dallo scooter 100 di cilindrata proposto sui 2500€ e si arriva fino ai 30.000€ e oltre per i modelli Sport/Touring.


Nelle bici partiamo dai modelli base sui 500€ (ottimi per zappare il terreno con i denti) fino ad arrivare ai 9000€ euro circa.


Negli ultimi tempi si è sdoganato il valore di 10.000€, ma sono bici utili più che altro come arredo in salotto al posto della classica testa di cervo imbalsamata (weh, ma hai visto che mezzo che tengo dietro alla giacca dell’Armani?).

Questo dei 10.000€ è un aspetto psicologico che i marchi hanno portato avanti nonostante le vendite su questa fascia di prezzo siano state sempre molto basse: avere il modello sopra ai 10.000 fa sognare e dona ancora più valore alla gamma che sta al di sotto. Come dire: noi possiamo arrivare a quel livello, ma se te ‘utente’ ti vuoi accontentare di un’altra bici, ok fai pure. Pura legge del marketing: far desiderare un oggetto. E l’utente controbatte con un:”io il top di gamma non lo prendo, costa troppo, mi accontento del modello da 7000€”, pensando di averla fatta in barba al marketing.

Come non menzionare il modello Hi-MOD Ultimate di Cannondale? Sempre proposta a cifre altissime anche in periodi non sospetti, ma che spesso in catalogo veniva presentato in versione renderizzata, cioè al computer: nemmeno una foto dal vivo perché forse non ne era stato prodotto nemmeno un modello alla stampa del catalogo ma faceva figo mostrare il suo valore inestimabile.
Questo fa capire che le bici SI, COSTANO TANTO, ma non come una moto: se noi desideriamo una bici da 10.000€, presentata come il non plus ultra della MTB, dobbiamo paragonarla anche al non plus ultra del mondo moto, ed ecco che scopriremo dei prezzi da capogiro anche in questo ambito, che ci faranno ben presto esclamare:”ma costa come una casa!”.
Viviamo in un libero mercato dove vige la legge della domanda e dell’offerta, cioè quel prezzo concordato tra chi vende e chi compra: la bici è una passione, e di passione si vive quindi, è normale che i prezzi lievitano verso l’alto. Questo perché siamo disposti a spendere tanto. La legge della domanda e dell’offerta è snaturata dall’animo umano e l’essere umano è di base vanitoso: pur di avere quel baffo rosso sul carro, spenderemo anche centinaia di euro in più.

YETI E LA SUA LIMITED EDITION
Yeti, in occasione del suo 30° anniversario (2015), ha presentato una SB6 carbon con colorazione vintage riferita al primo modello del 1991: uno spettacolo assoluto, sarei bugiardo a dire il contrario. Però poi arriva il prezzo: 9000€. Ok, sarà per un’altra volta. Ma ecco che arriva la news che in pochi giorni sono stati esauriti i 250 modelli previsti.
5 anni dopo (2020), memore del risultato, Yeti presenta la stessa colorazione per il 35° anniversario del brand ma stavolta sul modello ARC Carbon (front): la quantità viene diminuita a soli 100 modelli e il prezzo sale a 10.000€ (9999€ per la precisione), ben 1000€ in più della SB6 nonostante si tratti di una front! E anche qui in poche ore la vendita si chiude.
Nel 2015 prevedo una BMX al costo di 12.000€ con i colori usati da Juliana Furtado … e tempo poche ore andrà venduta!


Un po’ come dire:”non è la bici che costa troppa, ma te che guadagni troppo poco, barbone!”.
Tutto questo per dire che il prezzo, nel bene e nel male, lo facciamo noi. E se adesso vi dicessi che in coppa del mondo DH stanno dominando con l’alluminio? A Fort William, nei primi 4 posti, troviamo 3 rider con telaio in alluminio.
Agli e-biker l’ardua sentenza.
