Uno studio scientifico dell’Università del Wisconsin–River Falls conferma che un bike fitting eseguito con il sistema idmatch, la piattaforma di analisi biomeccanica sviluppata da Selle Italia, migliora in modo significativo performance, comfort e percezione della fatica nei ciclisti amatoriali.
La ricerca, pubblicata sull’International Journal of Exercise Science (2025), dimostra che un posizionamento corretto in sella non è un vantaggio riservato ai professionisti, ma un elemento chiave per rendere ogni uscita più efficiente, piacevole e sicura anche per chi pedala per passione.
Lo studio
Il progetto ha coinvolto 12 ciclisti non agonisti (10 uomini e 2 donne, età media 37 anni), tutti testati con la propria bicicletta.
I partecipanti hanno svolto due test prima e dopo un bike fitting completo effettuato con il sistema idmatch, basato su:
- rilevamento 3D del movimento
- analisi antropometrica
- algoritmi proprietari di ottimizzazione della posizione
I test effettuati:
- PPT6 (Peak Power Test – 6 secondi): per stimare la potenza di picco in uno sforzo esplosivo
- FTP (Functional Threshold Power – 20 minuti): per valutare la massima potenza sostenibile nel tempo
Risultati chiave
Dopo il bike fitting con idmatch, i ricercatori hanno registrato:
- +81,5 ± 96,6 watt di potenza di picco nel test PPT6
- +9,7 ± 14,9 watt di potenza media nel test FTP
- incremento della coppia media sui pedali
- riduzione del livello di fatica percepita (RPE)
- riduzione significativa del discomfort in sella e nei punti di appoggio
L’aumento della performance è risultato strettamente correlato a specifiche modifiche biomeccaniche introdotte dal sistema idmatch, in particolare:
- aumento della distanza sella–manubrio
- riposizionamento più avanzato delle tacchette
Comfort, postura e prevenzione degli infortuni
Uno degli aspetti più rilevanti emersi riguarda la distanza sella–manubrio: in molti partecipanti era inizialmente troppo ridotta ed è stata ampliata dopo il fitting.
Una postura più “eretta”, spesso percepita come più comoda, può in realtà favorire sovraccarichi e infortuni, a causa di una distribuzione non ottimale del peso sulla colonna vertebrale e sulla parte superiore del corpo.
Dopo il fitting con idmatch, la presenza di dolore o fastidio si è ridotta in quasi tutte le regioni corporee monitorate: mani, polsi, schiena, bacino, muscoli posteriori della coscia e piedi, nonostante l’intensità dei test fosse uguale o superiore.
Il valore del fitting oggettivo
Lo studio rappresenta una delle prime verifiche sperimentali degli effetti complessivi di un sistema di bike fitting basato su motion capture 3D e algoritmi di ottimizzazione, confermando che un approccio digitale riduce la variabilità tipica dei metodi soggettivi.
«Questo studio dimostra in modo chiaro che una posizione corretta non è solo questione di comfort, ma può trasformarsi in un beneficio misurabile in watt», dichiara Matteo Paganelli, Project Leader di idmatch in Selle Italia.
«È un risultato che conferma la visione alla base di idmatch: usare la tecnologia per permettere a ogni ciclista di esprimere il proprio potenziale».
Le conclusioni
Lo studio fornisce evidenze preliminari solide sul fatto che un bike fitting individualizzato e oggettivo tramite idmatch:
- aumenta la potenza nello sprint e sotto sforzo prolungato
- riduce la fatica percepita
- migliora il comfort e riduce i segnali di sovraccarico
Per i ciclisti amatoriali, spesso caratterizzati da assetti non ottimali o posture imprecise, idmatch rappresenta un supporto concreto per pedalare meglio, più a lungo e con meno dolore.

