La crescita delle vendite di e-bike sul mercato italiano non mostra nessun segno di arresto, come dimostra l’aumento del 4% della quota di mercato.
Fonte: bike-eu.com
Un “rallentamento fisiologico”, così Confindustria ANCMA, l’Associazione nazionale dell’industria delle biciclette, delle moto e degli accessori, spiega l’andamento del mercato delle biciclette nel 2022, in calo del 10% rispetto all’anno precedente. Con ciò si fa riferimento al rovescio della medaglia indotto dagli incentivi statali, come i cambiamenti globali che non hanno risparmiato il settore del ciclo, ovvero i problemi di approvvigionamento, l’aumento dei costi, la scarsità di prodotti, le incertezze legate al contesto geopolitico.
In verità, le vendite nel settore delle biciclette tradizionali hanno oscillato negli ultimi quattro anni. Dopo un 2020 in forte espansione (+14% sul 2019) le vendite hanno registrato un progressivo calo, con -3% nel 2021 e -15% nel 2022, ovvero -5% sul totale del quadriennio. Ciò è sostanzialmente in linea con quanto è accaduto anche in molti altri paesi europei.
Le e-bike vanno sempre più rafforzandosi
Diverso il caso delle e-bike, con un trend di sola crescita: +44% nel 2020, +5% nel 2021 e +14% nel 2022, ovvero +72% sul totale del quadriennio. Queste percentuali variano, invece, se si considera il fatturato: +33% nel 2020, -4% nel 2021 e +18% nel 2022. In questa prospettiva, il dato complessivo del quadriennio che ne deriva è una sorpresa secondo ANCMA: +52% da 2019. “Ovviamente una e-bike costa di più di una bici tradizionale sul basso/media gamma ma”, come sottolinea Piero Nigrelli, direttore del settore biciclette di ANCMA, “le riparazioni, la vendita di accessori e più in generale tutto ciò che ruota intorno alla bici, come l’abbigliamento, è aumentato”.
Sempre più spesso le e-bike guidano le vendite con una quota di mercato che sale al 19%, rispetto al 15% nel 2021 . Il 52% delle vendite di biciclette elettriche sono bici urbane e da città, il 43% e-MTB, il 4% e-road e e-gravel bike. Interessante, per un Paese come l’Italia, l’incremento delle e-cargo bike: +100% rispetto al 2021 ovvero da 1.500 a 3.000 unità vendute.
Rivenditori specializzati il principale canale di vendita al dettaglio
Le stime di vendita fornite da ANCMA descrivono un Paese ancora innamorato della bicicletta. Nel 2022 sono state vendute oltre 1,7 milioni (1.772.000 per la precisione) di biciclette, di cui 337.000 e-bike e 1.435.000 bici tradizionali, per un fatturato di 3,2 miliardi di euro. Queste biciclette sono state vendute principalmente attraverso quattro canali di vendita: supermercati o grande distribuzione, grande distribuzione specializzata, canali online e 3.800 negozi di biciclette. I dati di ANCMA dimostrano che i ciclisti italiani si fidano ancora del proprio rivenditore di zona, visto che i negozi specializzati contribuiscono per oltre il 68% al fatturato annuo.
Nel segmento delle bici tradizionali, il 29% delle vendite arriva ancora dalle mountain bike, il 26% da city-trekking, il 15% da bici per bambini, il 2% da bici pieghevoli e il restante 8% è suddiviso tra bici da corsa e gravel. Con una produzione di quasi 130.000 unità all’anno, l’Italia è probabilmente il Paese più grande con un valore pro capite così alto di bici da corsa e gravel.
In aumento la produzione nazionale di e-bike
Gli indicatori industriali del comparto italiano seguono l’andamento di un mercato che si muove in sintonia in tutta Europa: segno positivo per la produzione di e-bike, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente, a seguito dell’aumento della domanda interna. D’altra parte, la produzione interna di biciclette tradizionali è diminuita del 18% dal 2021 per un totale di 2.385.000 unità.
Il quadro complessivo, però, è quello di un’industria attiva, che produce non solo biciclette di qualità ma anche, e soprattutto, componenti di qualità. Il settore dei componenti per biciclette in Italia vale 600 milioni di euro, di cui oltre il 90% viene esportato. Telai, pedali, gruppi e selle sono i componenti che trainano le vendite.
Supporto per il reshoring
Sulla bilancia commerciale del settore, cioè il conto che registra le esportazioni e le importazioni, pesano maggiormente gli effetti di fattori quali le difficoltà della filiera e l’aumento del costo delle materie prime. Nonostante si registri un calo del 20% nelle esportazioni di bici tradizionali e del 14% nelle importazioni, il 2022 è segnato da un generale aumento dei valori di questi articoli, in particolare le importazioni di parti di biciclette, che sono aumentate di circa il 50%.
Quest’ultima questione ha spinto ANCMA a insistere con il governo italiano affinché consideri di sostenere – anche in relazione alla strategia industriale dell’UE – processi di reshoring, ovvero riportare la produzione di componenti in Italia e in Europa, proprio per l’importanza economica e strategica della bicicletta settore in Italia e il suo potenziale di crescita.
Secondo i dati ANCMA, sono circa 250 le aziende italiane che lavorano o sono coinvolte nel settore della bicicletta, che impiegano più di 40.000 persone, direttamente e indirettamente, per un fatturato industriale complessivo di oltre 2 miliardi di euro. A questo si aggiunge il cicloturismo che sta assumendo sempre maggiore importanza in Italia. È assistito da 4.855 strutture ricettive bike-friendly e da oltre 800 operatori di noleggio bici.
Bandi per incentivare l’uso della bicicletta
L’importanza del ruolo che la bicicletta ha conquistato oggi nella nostra mobilità e nel nostro sport, è un valore che porta con sé una grande tradizione industriale di eccellenza. I nostri ciclisti chiedono più sicurezza e infrastrutture ciclabili. Riteniamo che sia giunto il momento di passare dagli “incentivi all’acquisto” agli “incentivi all’uso della bici”; come associazione chiediamo, sulla base della recente indicazione del Parlamento Europeo, di abbassare l’aliquota IVA sulle biciclette e sui prodotti della filiera: un intervento che, insieme alla promozione della cultura della bicicletta, può attivare processi virtuosi molto più strutturali ed efficaci degli incentivi all’acquisto – ha detto il Presidente di ANCMA Paolo Magri
Paolo Magri ha rivolto un forte appello anche al governo di Giorgia Meloni, che starebbe pensando di implementare l’obbligo di casco, patente, assicurazione e targa per le e-bike. “Per l’industria si tratterebbe di un clamoroso autogol che ovviamente farebbe perdere molto appeal a prodotti che dovrebbero invece essere supportati”.