Si è appena concluso il Campionato mondale di Les Gets, come sempre portatore di alcune sorprese e molte conferme.
Ma la riflessione che vorrei fare riguarda le differenze che spesso ci sono fra un Campione del Mondo e un vincitore della Coppa del Mondo. Se spesso nel xc le due categorie vanno di pari passo, anche perché Shurter sembra appartenere ad un altro pianeta, nella dh sembra che questo non accada costantemente. Il motivo è semplice, una run secca, pochi minuti in cui si deve dare tutto e un terreno di gioco in cui vige la regola in or out.
Allora non sorprende che ci siano atleti che collezionano maglie iridate come figurine ed altri che invece, nonostante il grande talento, non ci riescano quasi mai; arrivando agli estremi di Steve Peat con una sola vittoria nella sua infinita carriera; ma soprattutto di Aaron Gwin, forte di 5 coppe di specialità vinte, di una stagione in cui è riuscito a conquistare tutte le tappe, ma a digiuno di maglie iridate.


Sfortuna o altro?
Sicuramente in tutto questo ci sarà un pizzico di cattiva sorte, ma sino propenso a pensare che sia più corretto pensare che siano altre le motivazioni alla base di questi successi. Nelle discipline estreme ci sono rider fortissimi che probabilmente non reggono la pressione che una prova come il mondiale impone; altri invece hanno delle qualità che li portano ad esaltarsi nelle giornate del tutto o niente. Una breve statistica estrapolata dal nostro FANTAmtb dice che in 26 anni sono 10 gli atleti che hanno indossato l’iride, 3 di questi da soli hanno vinto 16 edizioni, Vouilloz con 7, Bruni con 5, Minnar con 4, poi Atherton, Barel, Hart e Hill con 2 e poi alcuni outsider.

Questo conferma la teoria che vuole la categoria dei Campioni del Mondo come una tipologia particolare di rider, freddi al punto giusto da saper andare oltre il limite gestendolo. C’è una frase di Gilles Villeneuve che dice: “Essere coraggiosi non significa non avere paura, ma avere paura di qualche cosa e farla lo stesso“. Ecco l’identikit del Campione del Mondo probabilmente rispecchia più altri questa filosofia. Quindi, Complimenti a chi vince un mondiale, perchè sa spingersi la dove in pochi hanno l’ardire di andare.

