Questa è la storia di come, agli inizia della mountain bike, la Svezia sia diventata una delle nazioni più forti del circuito di Coppa del Mondo di Downhill.
Nell’era prima del decollo di Internet, la coppa del mondo si correva, e si correva come lo si fa ora, solo che la comunicazione era diversa e mentre in altri sport maggiori sono rimasti i ricordi e non mancano i filmati “rimasterizzati”, cioè riportati in auge con tecnologie più recenti, negli sport minori si sono perse molte informazioni.
Malin Lindgren
Questo nome ti dice qualcosa? Anche se sei il maggior esperti del mondo MTB probabilmente no, e non si possono trovare nemmeno molte info. Malin Lindgren ha corso all’epoca di Anne-Caroline Chausson e Missy Giove, due giganti con cui Malin ha condiviso un podio in coppa del mondo nel 1997 a Kaprun. “Era il mio primo podio d’élite in Downhill e ricordo di aver corso con un piede rotto. Avevo avuto un grosso incidente in allenamento e sapevo che c’era qualcosa che non andava, ma ho deciso di ignorarlo: buffo cosa può farti fare un po’ di adrenalina”. – riferisce Malin Lindgren in un articolo di Hanna Jonsson su Redbull.com.
Quello non era il primo o l’ultimo grande podio – o incidente – che Malin avrebbe avuto. Insieme a un gruppo in continua crescita di veloci atleti svedesi, aveva iniziato a scalare le classifiche mondiali dall’inizio degli anni ’90 e la Svezia è diventata una nazione forte e potente nel mondo della mountain bike.

GLI INIZI
Nel 1990 si è svolto il primo Campionato del Mondo di downhill indetto dall’UCI . Come ogni nuova disciplina, ha attratto rider da ogni dove che vedevano in questa nuova disciplina un motivo per emergere.
“Eravamo un gruppo eclettico di persone, un po’ simili a quelle che abbiamo visto all’inizio dell’enduro mtb ai tempi nostri“, dice Tommy Johansson ad Hanna Jonsson. “Ricordo che i ciclisti di ciclocross erano particolarmente bravi nei primi due anni, poiché avevano sia la forma fisica che le abilità di guidare nel fango, ma alla fine i percorsi sono diventati troppo tecnici e hanno cominciato ad arrivare atleti di BMX e addirittura motocross”.
“Allora sembrava che fossimo noi (svedesi, ndr) e gli inglesi contro i francesi e gli italiani“.
Medagliere
Una delle migliori prestazioni in rassegne iridate è stata proprio di Tommy Johanson Durante i Mondiali di Vail, Tommy è arrivato 2° dietro il francese Francois Gachet, agguantando una medaglia d’argento molto importante.
Ovviamente ce ne sono stati altri, come il 3° posto di Malin Lindgren e Tobias Westman ai mondiali Juniores nel ’92 e ’97.
In quell’epoca nasce anche una serie nazionale con 6/7 gare in tutto l’anno. Un altro talento emerge in quegli anni, si tratta di Johan Engström, che agguanta un 2° posto in coppa del mondo nel 1995, diventando un’atleta stabile nelle top10 mondiali e passando al Team Volvo Cannondale negli anni successivi, avendo come compagni di squadra i fuoriclasse Anne Chausson, Cédric Gracia e Brian Lopes.
Johan ricorda quei giorni: “Avevamo buoni stipendi, gare emozionanti e feste piuttosto sfrenate. Poi Shaun Palmer è entrato in scena, capovolgendo tutto – in senso positivo”. Palmer ha chiesto una paga più alta, quindi tutti sono stati sbalzati sulla scala e invece della lycra i ciclisti hanno iniziato a indossare abiti larghi da cross.
Chi è Shaun Palmer? Leggi la sua storia.
Con Johan Engstrom e Malin Lindgren a guidare la compagine svedese, la downhill stava davvero raggiungendo il picco nella seconda metà degli anni ’90. Malin ha continuato a correre con Scott e, poco dopo, si fa notare Kristian Eriksson, un ragazzo che sbaraglia la concorrenza in campo nazionale, conquistando un 3° posto in Coppa del Mondo a Leysin del 2000. Ma poi, come è arrivato, sparisce dagli eventi internazionali.
L’inizio della fine
Il 1999 è stato un anno fondamentale sotto molti aspetti. Raggiungendo una crescita continua in ambito internazionale, si è arrivati ai mondiali di Are in Svezia. Per i top rider svedese molta sfortuna: Tommy Johanon ha forato e Johan Engström è caduto a metà discesa. È stato Kristian Eriksson il miglior svedese: 6° posto per lui. Con Malin Lindgren 8^ tra le donne.
Tommy Johanon riferisce come nel 2000 tutti i professionisti si sono licenziati improvvisamente e si è creato un vuoto che sarebbe diventato impossibile da colmare. “In un anno siamo passati dall’avere 5 pro nel circuito mondiale a nessuno”, ricorda Tommy ad Hanna Jonsson.
“Non è mai stata una decisione congiunta di smettere tutti allo stesso tempo, non ne abbiamo mai nemmeno parlato, è semplicemente successo. Mi sono chiesto in seguito se fosse giusto nei confronti dello sport ”, ammette Malin Lindgren. “Ho dovuto smettere avevo grossi problemi al pollice per via di una caduta, quindi non potevo più resistere e inoltre non andavo d’accordo con il nuovo team manager. Mi sono sentita un po’ amareggiata da quando la Red Bull mi ha contattato per la sponsorizzazione lo stesso anno in cui ho deciso di smettere”. Johan Engstrom ricorda così il suo ritiro: “Soffrivo di vecchie cadute ed ero finito a vivere in una valigia praticamente. Avevo avuto il mio picco, ho avuto modo di passare dei bei momenti di riding e divertirmi. Era ora di sistemarmi”.
E proprio così, la Svezia è passata da nazione emergente a nazione in cerca di atleti professionisti. Non c’è stata una costruzione alla base del sistema mountain bike ma solo ottime individualità emerse senza nessuna programmazione.
In ricordo dei vecchi tempi, speriamo che la Svezia torni a ruggire come sapeva fare.
