Quante volte siamo passati da alcuni luoghi senza conoscerli veramente, senza curiosare nella loro storia. Questo mese sono andato proprio in uno di questi posti. Siamo in val d’Ossola, in una zona collinare che racchiude il comune di Montecrestese. E’ qui che si nascondono alcuni tesori del passato, pedalando su queste strade si percorrono secoli di vita comune.
La partenza è posta in località Pontetto, dove un comodo posteggio ci permette di lasciare l’auto e incominciare l’esplorazione. Si va in direzione Roldo dove troveremo la prima perla della nostra esplorazione, un tempietto lepontonico datata 2000 anni fa, attorno ad essa è stato poi costruito nei secoli una torre d’avvistamento, ma la base resta quella.
Osservando la piana sottostante si può immaginare cosa potessero vedere gli uomini di quei secoli, e il motivo che gli ha spinti a scegliere questo luogo per quest’opera di culto, attorno ad esso costruzioni più recenti, siamo attorno al 1800, case in sasso che con tutta probabilità sono appartenute a nobili e genti benestanti, le finiture e i dettagli di pregio dicono questo. Proseguiamo la nostra esplorazione seguendo la cartellonistica ufficiale del Cai locale.
Una collina baciata dal sole con ampi terrazzamenti dove viene coltivata la vite da cui nasce il Prunet, un vino rosso locale da l gusto forte e deciso. Questa è una passeggiata tranquilla, lasciamo per una volta la velocità e l’adrenalina da pare e gustiamoci i panorami, immaginiamo di proiettarci nel passato, e liberiamo la mante da ogni condizionamento della frenesia moderna. Ogni fraziona ha un suo nucleo antico, affascinante per l’architettura e per la rete di scalinate a d archi che collegano le diverse strutture, affreschi, fori per il pane, antichi lavatoi, effigi delle antiche famiglie nobiliari, ogni cosa richiama alla storia di queste terre. Non basta una sola uscita conoscere e scovare tutti i dettagli, ma sicuramente riesce a dare il senso dell’importanza che i borghi aveva nel passato.
Come dicevamo non si tratta di una gita di quelle a cui siamo soliti con le nostra MTB, ma di una lezione di storia a cielo aperto, unico tratto di vero off road, come lo intendiamo è quello che porta alla frazione di Veglio, e da lì alla casa forte denominata castello dei Picchi.Un punto panoramico sulla valle, uno sparti acque fra la pianura e la montagna con le sue cime che sfiorano i 3000 mt e con la neve che in primavera fa ancora bella mostra di se, ricordando l’inverno appena terminato. Del fasto di un tempo resta poco, questo piccolo castello è ormai diroccato, ma si possono ancora notare camini, fessure difensive e la classica architettura di queste fortificazioni. È semplice immaginare la strategia militare con cui venivano realizzati, speroni di roccia inaccessibili con una visuale ampia che consentivano di vedere i nemici con largo anticipo, questi i motivi che spingevano a realizzare queste opere che sono arrivate sino a noi.
Ma il divagare è facile, il tempo scorre e le ruote restano ferme…ma la giornata deve ancora mostrare il sito più suggestivo, quello che lascia sempre a bocca a aperta. Andremo alla ricerca della casa di Gandalf! Scherzi a parte, qui troviamo i menhir di croppola e castelluccio. Massi disposti in cerchio, con una disposizione chiara che caratterizzano il luogo, accanto a questi delle aperture nel terreno create con sassi, spesso con costruzione a semivolta. La fantasia attribuisce a questi luoghi un fascino esoterico, si immagina che potessero essere il luogo di riti propiziatori o da dove lo sciamano guidava le popolazioni. La realtà era spesso diversa, infatti si pensa che potessero essere delle tombe dove le genti più importati della comunità venivano tumulate.
Un posto comunque suggestivo, datato 3000 avanti cristo. Il giro alla Piero Angela finisce qua, si torna alla macchina arricchiti nello spirito. Un giro che vi consiglio, perdetevi in questi borghi, andate alla scoperta dei tesori che il nostro territorio offre, la bici serve anche a questo.
