Angolo sterzo (°) | Tubo verticale (mm) | Carro posteriore (mm) | Interasse (mm) | Escursione (mm) |
64,5° | 430mm | 428mm | 1200mm | 170mm |
Terra Bikes è una piccola realtà ad Arezzo capitanata dall’ingegnere Lorenzo Cardeti, grande appassionato di MTB con un’azienda a tutti gli effetti “Made in Italy”, dallo progettazione alla produzione. Nati nel 2020, Terra vuole crescere nella nicchia delle Front da Enduro, anche se sta nascendo una interessante full-suspension denominata Aria: inizialmente modello enduro ma ora sempre orientata al DH, con puleggia alta (High Pivot).
VIDEO TEST
I telai TERR▲ sono progettati per ottenere le massime prestazioni in salita e in discesa. I tubi in acciaio cromato a spessore variabile e le geometrie new school rendono le nostre bici perfette per chi cerca comfort e divertimento. Se anche tu desideri avere uno dei nostri telai, non aspettare oltre e contattaci! – Terra Bikes


CARATTERISTICHE
Il telaio Codadura Trail è in acciaio al cromo con una geometria super stabile e divertente. Il formato è con ruote da 29 pollici. Dispone di 2 fori porta borraccia sul telaio: progettato per forcelle a partire da 140mm fino ad arrivare a 170 mm. Pneumatici 29 x 2,6, tubo sella compatibile con dropper 31.6 stealth routing (clamp 34,9) e tubi Cromoly DZB.

Il telaio pesa 2,8kg e viene progettato in Italia. Il peso della bici completa in test (vedi caratteristiche a fondo articolo) ferma la bilancia a 14,3kg.
INTERVISTA A LORENZO CARDETI
VERSIONI E COMPONENTI
Il Codadura viene proposta in 2 versioni: la versione Trail (in test) e la versione Enduro (Mullet). La costruzione è sempre in acciaio mentre le differenze più sostanziali sono a livello geometrico.



I montaggi sono completamente personalizzabili e questo riflette in seguito il prezzo del prodotto finito (sul sito viene proposta la vendita del solo kit telaio – vedi prezzi qui sotto). Come vendita diretta, a livello di colorazione, Terra offre solo questa opzione “sverniciata” ma c’è la possibilità di riverniciarla (a pagamento). Il Codadura Enduro, invece, offre la possibilità di verniciare il telaio a piacimento.
Ci siamo accorti che la personalizzazione non è una cosa che interessa troppo. Anzi, alcuni vogliono il Codadura trail proprio per la sua caratteristica colorazione raw – Lorenzo Cardeti


GEOMETRIA
La Codadura Trail presenta geometrie enduro strizzando l’occhio anche all’all-mountain. L’angolo sterzo è di 64,5° con un angolo sella di 75°. Ecco qui sotto le misure nel completo.

S/M | M/L | L/XL | |
Head Tube Angle | 64,5° | 64,5° | 64,5° |
Seat Tube Angle | 75° | 75° | 75° |
Fork Lenght (Axle to Crown) | 551 | 551 | 551 |
Fork Offset | 42 | 42 | 42 |
Reach | 425 | 450 | 475 |
Stack | 630 | 638 | 647 |
Effective Tope Tube (Approximate) | 595 | 625 | 650 |
Seat Tube Length | 400 | 430 | 460 |
Chainstay Length | 428 | 428 | 428 |
Headtube Length | 100 | 110 | 120 |
Wheelbase | 1168 | 1200 | 1227 |
Bottom Bracket Drop | 60 | 60 | 60 |
Ricorda: i nostri telai sono realizzati in acciaio cromo verniciato trasparente. Sono progettati per cambiare aspetto mentre si graffia. La ruggine non compromette la garanzia! A causa della lavorazione artigianale, le montature TERRA possono mostrare segni visibili del processo di lavorazione sotto il rivestimento trasparente – Terra Bikes



IL RESPONSO DEL TEST
Il Codadura Trail si presenta abbastanza leggero fermando la bilancia ampiamente sotto i 15kg con 2 gomme da DH. Ok, è una Front, ma visto che si pone per un uso discesistico non ci aspettavamo un peso inferiore a questa cifra.

L’angolo sella è molto verticale, in linea con le geometrie moderne, e permette di salire agevolmente sulle salite tecniche. Questo è uno dei plus maggiori di questa bici, cioè il salire su sentieri tecnici con facilità (sempre gamba permettendo). L’anteriore sta ben piantato e si ha sempre trazione, con la bici che ovviamente non si va a sedere nei tratti più ripidi e permette di rimanere concentrati nella spinta.
In generale la pedalabilità della bici è buona anche se bisogna mettere in conto che il copertone posteriore è tanto importante in questo frangente: se montiamo una gomma DH Casing, la sensazione di fatica durante la pedalata aumenta.

La bici in test montava un Maxxis DHR II con spalla DH Casing da 2.40. In aggiunta trovavamo un inserto al posteriore (fondamentale, al posteriore, in questa tipologia di bici). Questo connubio la rendevano un po’ troppo simile a una enduro full in pedalata ma, cambiando la gomma posteriore con un MAXXIS Ardent EXO da 2.4, la storia è cambiata completamente e ci siamo trovati ad attraversare l’isola d’Elba (GPE) in un sol giorno, mostrando una geometria comunque equilibrata e non estremizzata a favore della discesa (lì c’è il Codadura Enduro Mullet con 62,5° di angolo sterzo!).
In discesa il Codadura impressiona positivamente: le ottime geometrie la tengono incollata al terreno e non c’è l’impressione di essere limitati nella guida. Naturalmente la limitazione è data dalla mancanza dell’ammortizzatore che costringe a calare un po’ il ritmo e cercare le linee più pulite, il tutto per salvare cerchi ed evitare forature, ma a livello di sensazioni ci si sente ben inseriti all’interno della bici. Unico appunto, richiede una tecnica di guida evoluta: se sei rigido sulla bici, non ci sono santi che ti salvano. Il Codadura restituisce tutto senza filtri.

Durante l’Elba End of Season, ci siamo trovati a girare con Tommaso Francardo, Nadine Ellecosta e Mirco Montagni. Il primo giorno ho girato con una Cannondale Jekyll, enduro moderna da 29″ (leggi il test) mentre il giorno successivo ho usato il Codadura Trail. Abbiamo affrontato 2 discese, una più flow (Cornicione, per chi conosce la zona) e una bella scassata (Laconella DH). In tutte e 2 le discese sono riuscito a rimanere “in bagarre” con loro e non sfigurare completamente, anche se non è una bici da usare con questo spirito: le ruote alla lunga restituiscono il conto e caviglie/schiena non ringraziano.

Il Codadura richiedere una guida molto evoluta e fluida se si vuole alzare il ritmo per cercare il tempo perchè è difficile a un certo punto evitare colpi inopportuni su rocce o altro. Ma, come detto in precedenza, non prenderei una bici di questo genere per fare i KOM. Al posteriore una mousse è d’obbligo: permette di salvare il cerchio in caso di errori di guida o ritmi un troppo elevati durante passaggi tecnici o scassati.
TRAILER IRONICO DI MIRKO SAMORI
Nelle linee flow di molti bike park moderni, il Codadura è un’arma pericolosissima e può mettere in crisi qualsiasi bici. La vedo perfetta per un pubblico giovanile: il ragazzo che si approccia all’enduro, dovrebbe usare una bici di questo tipo agli inizi. O come unica bici o in abbinamento a una Full: una front da Enduro insegna a essere puliti nella guida e a mettere assieme dei giri con maggior dislivello rispetto a una enduro moderna.

Difficile dire quanto influisce positivamente un telaio in acciaio rispetto ad uno in carbonio: bisognerebbe produrre un Codadura con le stesse geometrie ma in fibra. Rimane il fatto che sicuramente l’acciaio è un materiale morbido e aiuta nell’assorbire gli ostacoli in discesa. Ora molti rider di Coppa del Mondo DH stanno tornando all’alluminio perché alcuni cominciano a trarre benefici da un telaio più morbido rispetto a uno più rigido (la ricerca assoluta della rigidità, nel gravity, non è la soluzione).

Per quanto riguarda la rigidità sul pedalato dell’acciaio (difetto di tale materiale), non da nessun tipo di handicap: è una front da enduro quindi non penso venga usata per fare volate su asfalto in statale. Anzi, il fatto di non essere troppo rigida aiuta a essere più confortevole in discesa. Altro aspetto a favore del Front sono i costi minori, sia in fase di acquisto che dal lato di manutenzione. Attenzione però: se usi la front in terreni non propriamente flow e con ritmi elevati, tutto il risparmio andrà nelle ruote visto che saranno spesso torte 🙂
XC | MARATHON | ALL-MOUNTAIN | ENDURO | DOWNHILL |
X | XXXXX | XXX |
Segni particolari | TELAIO IN ACCIAIO La costruzione in acciaio, e le saldature a vista, la rendono un prodotto ricercato e unico. |
+ | Geometrie ben equilibrate. Agilità e intuitività: si torna a guidare in discesa. Rapporto qualità/prezzo eccezionale e costi minori di manutenzione. Made in Italy. |
– | Se usata su terreni smossi, schiena e caviglie non ringraziano. Richiede una tecnica di guida evoluta per portarla su piste nere/scassate. |
€ 799€ (kit telaio) | |
Sito ufficiale: www.terrabikes.it | |
Peso (senza pedali) | 14,3kg |
Forcella | ROCKSHOX Lyric Select+ 170mm |
Manubrio | TERRA Handlebar (20mm rise) |
Attacco manubrio | TERRA |
Ruote | DRC Big Foot con Mozzo FRM Carbon |
Gomme | MAXXIS DHF 29×2.50 WT e DHR II 29×2.40 WT |
Cambio posteriore | INGRID RD1 |
Comandi | SRAM NX Eagle 12V Trigger |
Freni | SRAM Code RSC |
Cassetta | SRAM XG-1275 Eagle 12V |
Dischi | GALFER BIKE Shark 203mm 6 fori spessore 2mm |
Guarnitura | SRAM |
Reggisella | TRIPLE EIGHT PRO |
Sella | SELLE SAN MARCO Dynamic |
Colore | Raw |
Il Verdetto
Una Front Enduro Made in Italy
Una bici di nicchia per amanti del genere: permette di imparare molto a livello tecnico, ritornando a farti guidare realmente sui sentieri e non cercare obbligatoriamente linee dritte per dritte, come molte enduro di adesso portano a fare. Consigliatissima per ragazzi giovani che si approcciano all’enduro: aiuta a migliorare la tecnica e permette di essere pedalata meglio in salita. Se sei conscio dei pregi, e difetti, di questa bici, di sicuro non ti deluderà.
