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La MTB e il turismo: un connubio vincente

Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di partecipare ad un interessante conferenza sul rapporto fra MTB e Turismo.


Una due giorni di confronto che ci ha permesso di approfondire meglio alcuni temi molto importanti per il nostro ambiente. L’analisi principale è che la MTB ha acquisito maturità ed oggi si può parlare di questo settore come strategico nel panorama turistico estivo e non solo. Proviamo a inquadrare gli spunti che sono emersi nella due giorni.

LE LOCALITÀ’ INVESTONO NELLA MTB

Il primo dato che balza agli occhi, è come le località turistiche e le istituzioni di alcuni paesi credano che impiegare capitali in infrastrutture dedicate alla MTB, sia un elemento importante per ampliare l’offerta dei loro centri. Si tratta di investimenti di milioni di euro, necessari a creare un area che sia in grado di offrire servizi di qualità ad una platea di turisti sempre più ampia.

NON É PIÙ IL TEMPO DELL’IMPROVVISAZIONE

Questo è il focus principiale della due giorni; per raggiungere i numeri di alcuni resort è necessario investire, ma è ancora più importante farlo con consapevolezza, affidandosi a professionisti che conoscano il settore, pianificando ogni aspetto in modo preciso.

Dal modo in cui intervenire sul terreno, ai raggi di curva, passando dall’individuazione di un piano di marketing che tenga conto della collocazione che si vuole dare alla struttura.

E’ importante pensare ad un progetto a 360°, che tenga conto anche dei rapporti con le istituzioni e sia percepito dal territorio in modo positivo. È certamente un lavoro complesso, che necessita di pazienza e anni, ma che nel medio periodo da risultati importanti.

Volendo riassumere il tutto in un solo concetto, si può affermare che lo sviluppo di un bike resort passa sempre più dalla professionalità con cui ci si approccia in ogni suo elemento.

DA DOVE INIZIARE

Partirei dall’aspetto che ci appassiona di più, ovvero i trail. Progettare oggi un percorso per la MTB significa assumersi prima di tutto una responsabilità nei confronti di chi lo affronterà in seguito, del suo piacere e della sua sicurezza. In secondo luogo vuol dire andare a modificare in parte l’ambiente naturale e i suoi equilibri. Per questi motivi disegnare e realizzare un sentiero non è un gioco da ragazzi. Se è accettabile che la traccia dietro casa possa essere un po’ improvvisata e anarchica, non è più pensabile che la stessa cosa possa avvenire nei resort organizzati o che puntano a diventare mete turistiche.

Quindi la figura del trail builder è centrale, perché dipende dalla sua capacità e professionalità il successo o meno di alcune linee. Sbagliare gli ingressi di curva, strozzarle o tracciare laddove l’acqua agisce in modo deciso, significa creare da subito le condizioni per ricevere giudizi negativi e per avere un trail che nel giro di poco tempo diventerà pressoché impraticabile.

Convegno MTB Talks 2021: TRAILS TO A BETTER FUTURE

Capire le curve di livello, leggere il fondo e interpretare quello che può succedere durane le piogge oppure dopo il passaggio di centinaia di ruote è un valore fondamentale per una località turistica. Volendo fare un esempio con uno sport più maturo, il trail builder sta ad un bike resort come un bravo gattista ad un comprensorio sciistico.

Ma la due giorni ha messo in luce anche l’importanza di altre figure complementari alla sua. Dal confronto con gli addetti ai lavori, emerge che uno dei problemi che vengono maggiormente riscontrati riguarda il rapporto con i progettisti, spesso digiuni di ogni competenza a riguardo. La progettazione di un tracciato per la MTB si avvicina di più a quello di una mulattiera piuttosto che ad un tragitto per pedoni. Questo elemento che per noi è forse scontato non lo è per chi è fuori dal nostro ambiente, ponendo spesso dei problemi di dialogo, che potrebbero essere superati affidandosi a professionisti che conoscano il settore.

In Paganella abbiamo avuto modo di scambiare alcune battute con le persone dello staff di Danger Zone, scoprendo che oltre alle figure già note, nel loro gruppo è presente anche un agronomo, che ha il compito di analizzare i trail anche dal punto di vista dell’impatto sul terreno, cercando soluzioni che mantengano il suo equilibrio. A tal proposito siamo stati colpiti dal progetto di recupero di un ex passaggio, dove per cercare di riportare il sottobosco al suo stato originario, stanno facendo un esperimento con il fogliame, per verificare se in questo modo la vegetazione tornerà come prima.

CONCLUSIONI

Siamo tornati da questa due giorni con la consapevolezza che il nostro settore sta acquisendo una maturità nuova, che ci sono località che hanno intrapreso un cammino dove, con professionalità imprenditoriale, stanno portando il concetto di turismo in MTB ad un grado superiore. Ci sono ancora diversi aspetti da migliorare; dal punto di vista della regolamentazione sarebbe importante introdurre una certificazione per progettisti e trail builder, oppure una nuova regolamentazione della responsabilità civile, che sgravi amministrazioni e proprietari terrieri.

Infine, sarebbe strategica la creazione di un associazione che possa essere un riferimento per quelle realtà che ancora oggi si approcciano a questo tipo di turismo con alcuni dubbi.

Noi siamo in prima linea in questo campo e nelle prossime settimane andremo ad approfondire questi aspetti con alcuni addetti ai lavori. Perchè crediamo che lo sviluppo del nostro sport e la riduzione dei problemi di convivenza con gli altri ‘mondi’ dell’outdoor passi da una nostra maggior professionalità.



Scritto da

marco.tagliaferri@365mountainbike.it Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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