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Queste olimpiadi hanno fatto bene alla MTB?

Con la recente conclusione dei giochi olimpici, ci troviamo in una fase di riflessione e bilancio per capire che tipo di eredità lasciano alla MTB.


Le Olimpiadi hanno sempre avuto un impatto significativo sugli sport rappresentati, e la mountain bike (MTB) non fa eccezione. Le Olimpiadi di Atlanta del 1996, con la vittoria di Paola Pezzo, segnarono un punto di svolta per la nostra disciplina, portandola sotto i riflettori globali e stimolando un’ondata di interesse e partecipazione.

La Fine di un’Era: Nino Schurter

La chiusura di questi giochi olimpici segna la fine dell’era di Nino Schurter, una delle ultime vere icone della MTB. La passione e la dedizione di Schurter hanno ispirato molti, e la sua commozione nel lasciare questo sport evidenzia il forte legame emotivo che ha con la MTB. Tuttavia, il suo ritiro solleva un’importante domanda: chi prenderà il suo posto come simbolo e punto di riferimento per la prossima generazione?

La Ricerca di una Nuova Icona

Gli sport traggono energia e identità dai loro simboli. La MTB ha avuto figure carismatiche come , Martinez, Absalon, Hermida e, naturalmente, Schurter. Questi atleti non solo eccellevano nel loro sport, ma incarnavano anche lo spirito e l’essenza della MTB, diventando modelli da seguire per i giovani appassionati.

La Sfida dell’Identità

Attualmente, il cross country (XC) sembra essere dominato da atleti che provengono da altri ambiti sportivi, portando con sé meno identificazione con il mondo della MTB. Questo fenomeno si è reso evidente già l’anno scorso con la vittoria mondiale di Tom Pidcock, un ciclista che, pur essendo straordinario, partecipa alle gare di XC in modo sporadico e appartiene a un team il cui core business è il ciclismo su strada.

Pidcock, due volte campione olimpico e attuale campione del mondo, corre su una bici costruita specificamente per lui e per la vincitrice della gara femminile, ma il suo team non ha la MTB come strategia commerciale principale. Questo può sollevare dubbi su quanto valore aggiunto possano realmente apportare al settore della MTB.

Riflessioni sul Futuro

Un giovane appassionato di MTB potrà vedere in Pidcock un punto di riferimento? Probabilmente no, perché manca quel legame intrinseco e quella continuità che rendono un atleta un’icona di uno sport. Il cross country, che ha la maggiore visibilità, sta vivendo di luce riflessa e rischia di perdere la propria identità. Sebbene le gare siano spettacolari e i tracciati entusiasmanti, la mancanza di figure simboliche che si dedicano interamente alla MTB può indebolire l’attrattiva dello sport.

Conclusione

Le recenti Olimpiadi hanno evidenziato alcune sfide per la MTB. La fine dell’era Schurter lascia un vuoto che necessita di essere colmato da nuovi simboli che possano incarnare lo spirito della MTB e ispirare la prossima generazione. Senza questi punti di riferimento, il rischio è che la MTB, pur restando spettacolare, possa perdere parte della sua identità e della sua capacità di attrarre nuovi appassionati.



Scritto da

[email protected] Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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