La British Cycling si è scusata e ha invertito la sua dichiarazione per il funerale della regina dopo aver inizialmente consigliato alle persone di non andare in bicicletta durante la cerimonia.
La regina Elisabetta II è morta la scorsa settimana dopo 70 anni sul trono come capo di stato del Regno Unito: il suo funerale si terrà lunedì 19 Settembre durante un periodo di lutto nazionale di 10 giorni.
All’inizio di questa settimana, British Cycling ha pubblicato una guida per raccomandare che Lunedì “chiunque vada in bicicletta il giorno del funerale di stato lo faccia al di fuori degli orari del servizio funebre e processioni associate”.
La dichiarazione ha suscitato polemiche e la federazione ha ammesso di “aver sbagliato” in una nuova dichiarazione rilasciata giovedì.
“British Cycling si scusa sinceramente per il comunicato emesso martedì pomeriggio relativa all’attività ciclistica durante il funerale di stato. Comprendiamo che la decisione sull’opportunità di andare in bicicletta durante quel periodo è una decisione che spetta a individui e club, e ci dispiace che abbiamo sbagliato in questa occasione. Alla British Cycling abbiamo combattuto duramente durante la pandemia per proteggere il diritto alla bicicletta e riconosciamo la frustrazione e la delusione che la dichiarazione ha causato. Apprezziamo molto il supporto dei nostri membri e della più ampia comunità ciclistica e vorremmo ringraziare e scusarci a tutti coloro che hanno cercato di condividere con noi le loro preoccupazioni in questa occasione“.
Dopo aver inizialmente rimosso il suggerimento per le persone di evitare di andare in bici durante i tempi del funerale, British Cycling ha ora ulteriormente rivisto le sue linee guida per consentire lo svolgimento delle corse dei club.
La parola “attività” è stata sostituita da “eventi” – come le gare – nel nuovo schema di ciò che non dovrebbe aver luogo “in segno di rispetto” alla defunta regina.
La federazione incoraggia ancora i club a “considerare di modificare il proprio percorso o i tempi di corsa in modo da non entrare in conflitto con quelli del servizio funebre”, ma riconosce che “non hanno alcun obbligo in tal senso”.
