Chi ha la fortuna di andare spesso in MTB vive una sorta di routine, in cui le uscite si assomigliano tutte fra loro, una sorta di loop che si ripete e un po’ si confonde. Poi arrivano quelle giornate speciali in cui la natura, più che il tracciato, imprime nella mente una sensazione di benessere intenso.
Per me è proprio il periodo a cavallo fra autunno e inverno, quello che per intenderci precede il Natale, a regalarmi più spesso quelle good vibration che cantavano i Beach boys molti anni orsono e che sono la chimera a cui ambisco ogni volta che inforco la mia MTB.

I colori infuocati di una mattina autunnale, quando l’aria si fa un po’ frizzante e preannuncia la stagione invernale, oppure quelle giornate in cui sembra che da un momento all’altro inizierà a nevicare, oppure ancora il giorno dopo che la neve ha fatto la sua comparsa, quando il cielo terso crea un esplosione di colori, di profumi e di sensazioni che ti fanno sospendere ogni pensiero e riportano in equilibrio mente e corpo.

Situazioni che hanno in comune una stagione e che hanno un fil rouge preciso che le lega, il silenzio.
Il silenzio come uno stato d’animo, un suono che ti avvolge e accompagna lontano dalla routine e che solo la stagione del letargo riesce a ricreare in modo perfetto; quando tutto si ferma, come se la natura trattenesse il fiato per un attimo prima del grande salto.

Sono queste le uscite perfette, quelle che ricordo anche a distanza di tempo e che fanno parte dei racconti da caminetto; dove il flou, la tecnica e la velocità lasciano il posto alle emozioni introspettive.
Ognuno di noi avrà il posto del cuore dove recuperare il bilanciamento; quella salita, quel tratto di bosco o quella montagna dove rifugiarsi per sentirsi a casa e in pace

Ognuno di noi avrà un luogo sicuro, e adesso, che il cielo si fa nuovamente grigio e sembra che da un momento all’altro riprenderà a nevicare, è meglio che inforchi la mia MTB e lo raggiunga.
