Ok, conosco già la risposta di molti ma l’obiettivo è portare a fare un ragionamento che va oltre la semplice bicicletta. E, come spesso facciamo noi di 365mountainbike, cerchiamo di farlo in modo obiettivo senza filtri (che può piacere o meno). Tutto è nato dalle ultime uscite su modelli recenti di e-bike: prendere la e-mtb per godermi l’aria aperta, dopo una giornata al PC, e trovarmi in seguito davanti allo smartphone per regolare i settaggi della e-bike durante l’uscita, mi ha fatto sorgere alcune domande.

L’ELETTRONICA NEI MEZZI
L’elettronica nei mezzi sta portando un concetto (reale) di green che però rischia di esserne abusato: ok, siamo tutti concordi che è meglio un mezzo elettrico all’uso di carboni fossili, ma se si comincia a produrre qualsiasi tipo di oggetto, che spesso risolve problemi inutili, grazie all’ausilio dell’elettronica, si va verso un abuso di tale concetto di green. Con l’uscita degli ultimi modelli, ma in breve arriveranno tutti a proporre le stesse identiche tecnologie wireless, mi ha fatto accendere un campanello d’allarme sul futuro della mountain bike: come i social hanno cambiato la società (in negativo o positivo lascio decidere a te), ora la mountain bike rischia di prendere una direzione poco incline all’ambiente in cui si pratica, vale a dire l’aria aperta, ed il concetto intrinseco di libertà del mezzo.
LA BICI È LIBERTÀ
La bici è libertà, gioia di vivere all’aria aperta: ma ultimamente, e me ne accorgo durante i test di questi modelli, mi ritrovo a passare più tempo davanti allo smartphone che in bici. Ok, si tratta di un test e quindi per forza di cose bisogna provare ogni singolo settaggio, ma c’è proprio bisogno di avere mappature diverse, livelli di assistenza modificabili tramite app, cambio automatico e chi più ne ha più ne metta?

Pensare di uscire in bici per staccarmi dal PC e trovarmi poi davanti allo smartphone per regolare i settaggi della e-bike mi mette i brividi. Ok, sto esagerando, sarà l’età che avanza, ma questo aspetto di libertà lo provo sempre meno: se poi si aggiungono i divieti in montagna (vedi questo fatto accaduto questa Estate), dobbiamo lavorare molto su noi stessi per non farci ingurgitare da questo turbinio di novità e notizie che spesso ci deviano dal puro divertimento che dobbiamo provare sulla bici.

MI PIACCIONO LE FRONTINE
Per chi ci segue da tempo, conosce il mio amore per le frontine 🙂 Qui spesso ritrovo il vero piacere della MTB: ok, sicuramente serve tecnica e non è facile divertirsi in sicurezza con tale mezzo, ma la gioia che provo nel salire, e nello scendere, con una bici che ti restituisce tutto senza filtri, non ha eguali. E se la bici rimbalza come un flipper non c’è problema, è così, e non devo stare li a ricontrollare il sag all’ammortizzatore (perché non c’è) o controllare la mappatura della bici perché sta consumando più batteria rispetto a 2 settimane fa.

Alla maggior parte degli utenti non interessa avere tutte queste regolazioni sulle mtb, anche perché queste porteranno sicuramente ad avere problemi aggiuntivi (a chi non sono mai comparsi dei codici di errore sui monitor delle e-bike moderne?). Quello che non c’è non si rompe, è un mantra per i biker racing, però non è facile seguire questa tendenza perché la tecnologia avanza. Questi cambiamenti stanno portando sì dei miglioramenti, ma a fronte di mezzi sempre più complessi che si allontanano dal concetto di libertà della bici: l’unico problema di uscire in bici dovrebbe essere la foratura che, con una semplice camera d’aria apposta sul telaio, si risolve in quasi tutte le situazioni.

Abituare le persone a non cambiare, a non dosare la frenata, tra un po’ a non pedalare vista la coppia dei motori moderni, è utile? Non è meglio investire sulla conoscenza del mezzo, del contesto in cui ci si trova e sulla tecnica di guida? Altrimenti tra un po’ vedremo nascere le rotelline telescopiche che escono dal mezzo quando l’utente sta cadendo nel piazzale sotto casa perché si è dimenticato che bisogna togliere i piedi dai pedali per non cadere da fermo (spero di non avere dato un’idea a qualche brand).

Il Marketing fa il suo lavoro, cioè produrre nuove novità per vendere: ma questo mio articolo non vuole essere un articolo no-global, un articolo che va contro il mondo bici (ci mancherebbe visto che amo, e amiamo alla follia, la MTB), ma è proprio per questo che sto scrivendo senza filtri. Mi sembra che si stia esagerando sull’implementare tutta questa tecnologia a un mezzo che, in mano agli utenti principianti, farà i 20km/h di media se è tanto. Si può continuare a vendere senza seguire questa strada che porterà solo che problemi agli utenti: tutto bello finché è su catalogo e poi imprecazioni al primo problema. Ma questo processo, e lo dico a malincuore, non si fermerà: oramai la direzione è stata presa.

CONCLUSIONI
Se hai letto questo articolo spero di averti ampliato la visione. Non mi piace pensare che la MTB si trasformerà in uno sport puramente commerciale dove si passerà più tempo davanti allo smartphone che in bici. Questo perché, oltre ai dati della e-bike, bisognerà anche postare sui social e su strava: altrimenti è come non essere usciti in bici (cit).
Eh si, Un duro lavoro la vita del biker!
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