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Freni a disco aboliti nel ciclismo su strada… ma perché??


Autore: Davide Finetto

I fatti della Parigi Roubaix hanno portato alla decisione di abbandonare i freni a disco nel ciclismo su strada. Questa decisione ci potrebbe stare per come sono studiati ora i freni a disco (poi andrò nel dettaglio), ma non riesco a concepire perchè la quasi totalità degli stradisti li considera un pericolo: se comincia a piovere e andiamo dritti ad un tornante non è un pericolo? Se una macchina ci esce 20 metri più avanti da uno stop e con i classici freni non riusciamo a fermarci, non è un pericolo? Perchè spesso non riusciamo a ragionare con la nostra testa? Abbiamo mai provato realmente i freni a disco? Perchè non vorrei vedere un Vincenzo Nibali che tra 2 anni vince il Tour De France con i freni a disco, magari dopo una discesa a tutta con ruote in carbonio (che ora con il bagnato sono pericolosissime), e poi via tutti ad usarli (situazione che succede frequentemente).

Secondo la mia modesta opinione, facciamo troppo affidamento a quello che usano, e fanno, i PRO. Ok, siamo d’accordo sul fatto che usano solo materiali al top e quindi se a loro vanno a genio, sicuramente è un giudizio affidabile, ma spesso loro hanno esigenze completamente diverse dagli amatori in genere. In MTB si usano solo freni a disco e non ho mai visto nessuno affettato, o almeno non con una probabilità tale da essere considerato un pericolo. Anche i tubeless possono stallonare ma non è che non li montiamo per via di questo pericolo. La tecnologia va avanti: anche i cambi elettronici erano il demonio ma ora che i PRO li usano e non possono farne a meno, ecco che le richieste sono aumentate esponenzialmente.

In poche parole, i dischi (in ambiente fuoristrada) non sono visti proprio come un problema, almeno che la nostra routine non sia uscire su strada, in gruppi di 60 persone, e farci travolgere in cadute di massa.

Taglio freno a disco ATTENZIONE, IMMAGINE CRUDA! IL TAGLIO DI FRANCISCO VENTOSO AL GINOCCHIO.

La decisione di abolire i freni a disco fa seguito alle richieste dell’Associazione Internazionale dei gruppi sportivi professionistici (AIGCP) e dell’associazione dei corridori professionisti (CPA) scaturite dopo gli infortuni patiti da alcuni atleti nella Parigi-Roubaix (classica su strada), tra cui quello di Francisco Ventoso (Movistar). Ventoso ha rischiato veramente tanto (basti vedere la foto qui sopra: attenzione per i più sensibili ad aprirla!).

Ora come ora ha comunque ragione Ventoso. Non può mezzo gruppo correre con i freni a disco e mezzi no, per ovvi motivi di spazi di frenata: in caso di caduta di gruppo, quelli con i freni a disco si fermeranno in metà spazio rispetto a corridori dotati di altri freni, e questo porta a tamponamenti inevitabili… e se poi abbiamo delle lame che ci entrano nella schiena non è il massimo.

Ma visto che si lavora su pulegge in ceramica, cuscinetti super scorrivoli, carbonio di derivazione F1… quanto costa studiare una protezione in plastica sul disco? 5gr sono troppi sulla bici? Occorrono delle tecnologiche che il mondo Bike non è ancora in possesso?

Quindi ragazzi, da oggi togliamo i freni a disco dalle nostre MTB visto che sono pericolosi. E poi cerchiamo di evitare telai in carbonio perchè… attirano i fulmini!



Scritto da

Mauro ha visto nascere il mondo della MTB ed è da sempre nel settore del fuoristrada, come atleta e Guida MTB (a cavallo tra gli anni '80 e '90) e come fotografo e giornalista.

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