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A Canazei i primi mondiali di enduro e e-enduro

Dopo un lunga gestazione ecco l’annuncio che aspettavamo da tempo. Il 14 e 15 settembre Canazei ospiterà il primo mondiale di Enduro


La notizia era nell’aria da alcuni mesi, ma tutti aspettavano solo l’ufficializzazione.

Canazei e la val di Fassa da anni si è posta come una delle migliori mete del panorama enduristico internazionale. Ha iniziato la sua ascesa nel 2019 con una tappa di quello che per diversi anni fu il circuito di riferimento ovvero il Superenduro. Da quel momento è stato un susseguirsi di eventi di alto livello nell’EWS prima e lo scorso anno nell’EDR.

Canazei è da sempre una località premium per l’enduro internazionale

Premiata come una delle miglior tappe di sempre e molto apprezzata anche dai rider per la varietà dei suoi tracciati, che hanno nell’iconica Tutti frutti il fiore all’occhiello di ogni rider che faccia enduro.

Riteniamo che l’assegnazione di questo primo mondiale sia un riconoscimento più che meritato per il lavoro svolto, che evidenzia come il nostro paese sia centrale nel panorama dell’off road.

Non a caso mentre scriviamo questo articolo poco distante da Canazei, in val Sole, si sta svolgendo una delle tappe più rappresentative della Coppa del mondo di MTB

Abbiamo raggiunto telefonicamente William Basilico, amico di 365 MTB ma soprattutto responsabile del progetto MTB val di Fassa e dell’enduro per la federazione ciclistica italiana.

Ciao Willy, felice di questo risultato?

Si sicuramente, ospitare il primo mondiale di enduro della storia è il coronamento di un progetto partito 10 anni fa con l’organizzazione del campionato italiano.

Che differenza c’è fra organizzare una gara di Coppa del Mondo e un mondiale?

Ci sono ancora alcuni aspetti da delineare, ma a grandi linee mi sento di dire che dal punto di vista sportivo sono molto simili, le differenze sono più di tipo formale, al mondiale partecipano le nazionali, bisogna predisporre una cerimonia di apertura e probabilmente anche le premiazioni saranno più istituzionali.

Secondo te quale significato può avere per il movimento italiano organizzare il primo mondiale di enduro?

E’ un forte riconoscimento per un movimento che negli anni ha saputo produrre eventi di altissimo evento, non solo in val di Fassa. Dalla sua nascita l’enduro internazionale ha fatto tappa in Italia diverse volte, Finale Ligure è una delle località più riconosciute, lo stesso vale per noi ma anche per La thuile e Punta Ala, che sono state parte della crescita di questo sistema.

Tutte località che sono partite negli anni del Superenduro

Sicuramente la presenza di un format come quello organizzato da Enrico Guala ha dato una forte spinta a tutto il movimento. La speranza è che questo mondiale possa essere un elemento capace di attivare nuove energie e che ci permetta di tornare ad avere un circuito di alto profilo che possa lanciare nuove località e contribuire nuovamente alla crescita del sistema enduro.

basilico guala
Basilico in compagnia di Enrico Guala ai tempi della prima Superenduro

Secondo te la presenza del mondiale cosa cambierà nelle dinamiche federali rispetto a questa disciplina?

La maglia iridata diventa un obiettivo importante per ogni atleta e può accendere nuove ambizioni. E’ ancora presto per definire quali potranno essere i cambiamenti, certamente anche a livello federale nel momento in cui la disciplina cresce, arrivando ad avere una maglia iridata, sarà più facile prevedere l’organizzazione di stage sia per gli atleti di alto livello che per il settore giovanile, tutti elementi che potranno contribuire ad aumentare la professionalità della parte agonistica di questa disciplina.

Cosa puoi svelarci del tracciato iridato?

Quello che posso dire è che sarà un mondiale che ripercorrerà i omenti più iconici di questi anni. ogni anno abbiamo cercato di introdurre degli elementi di novità nella nostra proposta, per questo evento speciale cercheremo di recuperare parte della storia delle nostre gare.

Non mancheranno gli scenari che hanno reso speciale la tappa della val di Fassa

Dal punto di vista agonistico questo mondiale arriva in un momento speciale per l’enduro nazionale. Con Vendemmia e Francardo che sono diventati competitivi a livello assoluto non è strano pensare che possano competere per la vittoria.

Questa sarebbe la ciliegina sulla torta! Sicuramente questi due ragazzi hanno fatto un percorso di crescita importante che ora li vede stabilmente nelle prime posizioni. Se in campo femminile al momento mi sembra di poter affermare che la Courdurier abbia una solidità che la pone un gradino sopra le altre, fra gli uomini la vittoria penso sia più contendibile.

Ora bisogna solo aspettare il 14 e 15 settembre e venire a Canazei per essere parte di questo evento storico.



Scritto da

[email protected] Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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