Come ogni anno è arrivato il momento di fare il punto con William Basilico, volto di riferimento del progetto Val di Fassa Bike.
Ho seguito l’evoluzione a ruote grasse di questa valle fin dall’inizio, verificando come, in una realtà come quella trentina, il turismo sia qualcosa da organizzare in modo industriale, immaginando un percorso di crescita costante, fatto di promozione, infrastrutture e qualità dell’esperienza.
Ciao William, si chiude il 2025: possiamo dire che è stato un altro anno di crescita?
Sì, siamo molto contenti. È stata un’estate positiva, con un aumento importante dei passaggi sui trail e una crescita significativa di turisti provenienti da fuori Europa.
Questo conferma che la direzione intrapresa – unendo eventi internazionali e la collaborazione con Trentino Marketing – sta dando risultati concreti.
I numeri nel turismo attuale sono importanti, voi utilizzate sistemi per monitorare i trail?
Sì, da diversi anni utilizziamo conta-passaggi posizionati nei punti strategici.
Ci permettono di capire quali trail sono più frequentati, di pianificare le manutenzioni e di gestire al meglio i flussi orari. Inoltre, analizzando i sensi di percorrenza del Sellaronda, possiamo ottimizzare anche la distribuzione dei pernottamenti e dei servizi.
Parlavi di turisti stranieri: che tipo di visitatore arriva in Val di Fassa?
È un turista esperienziale. Ha una buona tecnica in sella, ma cerca un’esperienza completa: riding, escursioni, prodotti tipici, relax.
Non c’è quasi più il biker “monotematico” che pensa solo a pedalare fino allo sfinimento: oggi si vive la montagna a 360 gradi. Motivo per cui il modello di integrazione fra tutti i protagonisti del turismo è fondamentale.

Come si è evoluto il mondo della MTB in questi anni?
È cresciuto molto.
I rider sono più consapevoli, i trail builder più formati e le località hanno imparato a progettare in modo più sostenibile.
All’inizio anche noi eravamo solo un gruppo di ragazzi che pulivano sentieri per poter girare. Poi, con l’arrivo delle prime gare e la spinta di professionisti del settore, abbiamo capito quanto fosse importante un approccio tecnico e aperto.

Hai vissuto il passaggio da “appassionati” a professionisti. Com’è cambiato il vostro lavoro?
Ricordo ancora la prima EWS ospitata qui: fu uno shock.
Avevamo tracciato linee che credevamo difficili, ma i pro rider ne inventavano di nuove, impensabili per noi.
Da lì abbiamo capito che un trail builder deve osservare, ascoltare e imparare dal modo di guidare dei rider.
Oggi abbiamo una società con 8 dipendenti e continuiamo a crescere.

Com’è cambiato il livello dei rider nel tempo?
Si è alzato moltissimo.
I professionisti spingono sempre più forte, ma è soprattutto il livello medio ad essere cresciuto: oggi è raro vedere biker scomposti o in difficoltà.
Le scuole di MTB hanno fatto un lavoro incredibile, formando giovani che fin da piccoli imparano a condurre la bici in modo corretto.
Questo però significa che, quando tracciamo un trail, dobbiamo tenere conto di rider sempre più capaci, altrimenti il percorso risulta poco divertente e perde attrattiva.

E nel mondo e-bike?
E’ l’altra faccia della medaglia, infatti se c’è un segmento che ha affinato le doti tecniche, con l’evoluzione del mondo elettrico, si sono avvicinati molti appassionati che invece hanno doti tecniche e fisiche più basse, e quando si disegnano i trail bisogno tener conto anche di questa fetta di mercato.

Guardando avanti: quali sono i progetti per il futuro?
Stiamo lavorando su più fronti.
Da un lato ampliamo il Bike District e rafforziamo il servizio di bike patrol, dall’altro spingiamo molto sul progetto esperienziale della valle.
Non solo trail, ma una valle da vivere in ogni suo aspetto. Stiamo completando la ciclabile da Alba di Canazei a Molina di Fiemme e, nel tratto Canazei–Campitello, siamo riusciti a separare pedoni e biker.
Un primo passo che consideriamo strategico anche per gli anni a venire.

Conclusione
Val di Fassa si conferma una delle realtà più dinamiche del panorama alpino.
I risultati non sono casuali: sono il frutto di programmazione, passione e competenza, la formula che rende questa valle un modello per il turismo bike moderno.







