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Etna MultiXperience Trail: eBike, trekking e speleologia sul vulcano più spettacolare d’Europa

Scopri l’Etna MultiXperience Trail: un tour in eBike tra colate laviche, boschi e grotte vulcaniche ideato da The Island of Wonders. Un’esperienza unica che unisce MTB, trekking e speleologia nel cuore del vulcano siciliano.


Quando si pensa all’Etna, l’immagine è quella di un vulcano maestoso, di colate di lava e paesaggi neri interrotti da boschi. Ma il vero spettacolo inizia quando tutto si placa: è allora che il vulcano rivela la sua anima, scolpendo scenari unici che raccontano millenni di storia.
Grazie all’Etna MultiXperience Trail, ideato dalle guide di The Island of Wonders, oggi è possibile esplorare questi ambienti in un’esperienza che unisce e-Bike, trekking e speleologia, per vivere il vulcano nella sua forma più autentica.)

I   luoghi: il versante Nord dell’Etna

Ci troviamo nel versante Nord dell’Etna, il più selvaggio e primordiale del vulcano, il più variegato dal punto di vista naturalistico. 

L’altimetro GPS ci indica che siamo a 765 metri sul livello del mare, a Randazzo, il paese medievale per eccellenza di questo versante. 

A circa 9 chilometri dal suo centro storico, fatto di roccia vulcanica, si trova l’area demaniale Case Pirao, ed è qui che ha inizio l’Etna MultiXperience Trail.

A tu per tu con le colate laviche più importanti della storia del vulcano

Il viaggio inizia, in salita ma dolcemente; si procede senza fretta, seguendo pedalata dopo pedalata il ritmo che sembra dettare la natura nella quale ci stiamo sempre più addentrando. Scegliere un eBike, in questo caso, è un vantaggio perché ci permette di affrontare il vulcano in modo sostenibile, ci accompagna quando l’ascesa si fa più dura pur lasciandoci sentire ogni centimetro conquistato. Fatica e senso di libertà restano le due parole chiave su cui si fonda questa esperienza autentica che ci riserva sin da subito incredibili sorprese. 

La colata lavica dell’81

Superiamo qualche esemplare di Genista Aetnensis, affrontiamo le prime salite leggermente più impegnative, fino a quando la strada sterrata sfocia su un campo lavico nero e apparentemente sconfinato che rotola in direzione Randazzo. 

Siamo a 1300 metri d’altitudine circa, e quella che vediamo è la colata lavica del 1981. L’81 è stato l’anno di un’eruzione particolarmente importante per quest’area etnea, un’eruzione storica che ha vomitato lava a sufficienza per minacciare concretamente il paese di Randazzo, le cui campagne in parte sono state sepolte.

Il nero del campo lavico sfuma presto in verde, e continuiamo a pedalare fino ad addentrarci nei boschi etnei. 

Saliamo ancora di quota, ci inoltriamo nella Pineta in mezzo ad alberi altissimi, cattedrali naturali attorno alle quali aleggia solo silenzio. Questo è forse il momento preciso in cui possiamo percepire di pedalare su qualcosa di vivo. Sotto le ruote, la terra vibra. Sopra la testa, le fronde sembrano chiudersi su di noi con fare materno, filtrando la luce e lasciando passare ora sì ora no raggi di sole che corrono veloci.

L’immensa colata lavica del 1614-1624

Poi, il paesaggio cambia ancora, perché arriviamo a un altro punto clou del percorso. Abbiamo appena messo piede sulla colata lavica più vasta dell’Etna , generata dall’eruzione più lunga conosciuta della storia del vulcano. L’immenso campo lavico dell’eruzione 1614-1624 ci costringe a un cambio di prospettiva: non vediamo più la montagna, siamo dentro la montagna. 

Qui conosciamo le lave a corda o lave pahoehoe. Si tratta di lave basaltiche molto fluide che si formano quando la lava è rallentata dall’attrito con il terreno. Lo strato superiore si raffredda, mentre quello inferiore resta incandescente e continua a spingere curvando la superficie. Uno spettacolo impressionante che vorremmo non dover lasciare, ma il viaggio continua.

La Pineta prima e il campo lavico poi lasciano posto a un altro grande spettacolo della natura etnea. Ci addentriamo nella più estesa e secolare faggeta dell’Etna, quella che ci porterà fino al Rifugio Santa Maria dove ci sgranchiremo le gambe prima di ripartire.

Tappa speleologica: la Grotta dei Lamponi

Ricominciamo a pedalare e raggiungiamo uno dei punti panoramici del versante Nord, un’area chiamata Passo dei Dammusi. Un paesaggio nero e desertico, a 1710 metri d’altitudine, ricco di lave a corda spettacolari dove si trovano alcune delle grotte vulcaniche più importanti dell’Etna. Una di queste? La Grotta dei Lamponi, creatasi proprio in seguito all’imponente eruzione decennale iniziata nel 1614.

Ed ecco che il nostro tour in eBike si trasforma in un’esperienza di speleologia. 

Ci addentriamo nella grotta di scorrimento lavico o tubo di lava, formatasi cioè dallo stesso scorrere della lava raffreddatasi nello strato superiore. É una sorta di porta, alta circa 2 metri e lunga qualche centinaio di metri, che si apre per permetterci di entrare ancora una volta nel vulcano e osservare da vicino il continuo mutare delle sue forme al passare del tempo. 

La parte più spettacolare della grotta ha subìto diversi crolli, aprendo una finestra che incornicia il cielo. É da qui che entra la luce, è da qui che il sole irradia la roccia vulcanica che ora smette di essere scura per regalarci sfumature di verde e di giallo.

Single Track sulla lava

L’Etna ci regala sprazzi di colore, ma è il nero a dominare. Nero che qui fa il paio con terreno vulcanico, il quale a sua volta fa il paio con single track.

Siamo arrivati a un’altra emozionante e suggestiva tappa del tour in eBike, quella che prevede un breve ma intenso single track che taglia la colata lavica del 1981 e una sosta per uno short trekking lungo il rift che ha orginato i crateri, ferite oramai rimarginate del vulcano. 

A destra e a sinistra del sentiero tutto è una distesa di roccia scura. Scendiamo in velocità circondati da immensi campi lavici, attraversando un’oasi di ginestra Etnea imbocchiamo il sentiero che ci riporta al punto di partenza, alle Case Pirao.

Si torna a casa dopo circa 25 km lungo i quali abbiamo fatto il pieno di bellezza. Non abbiamo visto la lava incandescente, certo, ma l’Etna è molto più di questo.

per info e viaggi: https://www.tiowo.com/



Scritto da

[email protected] Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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