Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con William Basilico, che ci ha raccontato come questa manifestazione sia stata il coronamento di anni di lavoro e impegno da parte del team della Val di Fassa.
Ciao William, questo 2024 è stato un anno speciale per l’enduro e per la Val di Fassa. Qual è la tua opinione?
W: “Sì, direi che è stato l’anno zero per l’enduro e un riconoscimento meritato per il nostro lavoro. La Val di Fassa ha rappresentato al meglio l’organizzazione e l’ospitalità italiana, dimostrando la nostra capacità di gestire eventi di alto livello.”
Quanto è stato importante puntare su eventi di questo calibro per promuovere la Val di Fassa?
W: “Quest’anno abbiamo registrato un aumento del 20% rispetto alla stagione precedente, un segnale di quanto gli appassionati apprezzino il nostro prodotto. La Val di Fassa ha una natura più selvaggia e meno ‘addomesticata’ rispetto ad altri bike park con linee più fluide; quindi, eventi di rilievo come il mondiale ci aiutano a raggiungere il nostro pubblico specifico.”

Quanto è stato importante puntare su eventi di questo calibro per promuovere la Val di Fassa?
W: ” Sicuramente gioca a nostro favore essere inseriti in un territorio dalla fortissima vocazione turistica. Le Dolomiti sono conosciute in tutto il mondo, per cui da un certo punto di vista è stato più facile. Questo però non significa che il percorso sia stato tutto in discesa.
Quando anni fa Enrico Guala aveva dipinto la Val di Fassa come una meta fuori dalle mete conosciute nel panorama MTB c’è stato un certo sgomento, ma poi abbiamo campito che aveva ragione e che era necessario impostare un progetto serio e strutturato.
Forse proprio perché la nostra è una terra turisticamente matura e consolidata all’inizio abbiam avuto un po’ di resistenze e prima di guadagnarci la fiducia delle istituzioni territoriali siamo stati messi alla prova. All’inizio abbiamo scommesso su di noi e sul nostro progetto in prima persona.
Ora però anche le istituzioni hanno compreso l’importanza del prodotto MTB nell’offerta turistica locale”
Come descriveresti il vostro pubblico?
W: “Gran parte dei nostri visitatori arriva da Svizzera, Germania e Austria. Recentemente, abbiamo anche iniziato a collaborare con tour operator internazionali, espandendo il nostro raggio d’azione.”
Sono molti anni che operi in questo settore, come è cambiata nel tempo la proposta turistica delle due ruote.
Quando abbiamo iniziato c’erano poche realtà veramente strutturate e si parlava ancora di bike park e discesa come format più diffuso. Nel tempo c’è stata una notevole evoluzione, il consolidamento dell’all mountain e dell’enduro e la nascita del mondo elettrico hanno ampliato gli orizzonti. A questo si è aggiunta una crescente professionalità delle mete turistiche. Anche quelle più importanti hanno iniziato a ragionare di sistema Bike, con strutture e un’offerta che parli a tutti, dalla DH ai lunghi giri Marathon. Il concetto di Bike park è stato generalmente sostituito da quello di area, che abbraccia diverse tipologie di prodotto.

Quindi se ho capito bene non basta più armarsi di pala e piccone e tanta buona volontà
Si esatto. Il pubblico è diventato più esigente i trail devono essere disegnati correttamente, ben gestiti e fruibili. Per cui ci vuole sempre più professionalità da parte di chi si occupa della progettazione e gestione.
Oltre ai trail, cos’altro è importante per una bike destination?
W: “Servono infrastrutture e servizi adeguati. Noi, ad esempio, da quest’anno abbiamo introdotto la figura del Bike Patrol: una persona che monitora i trail assicura il rispetto delle regole e, se necessario, gestisce i primi soccorsi. È stata una novità molto apprezzata e pensiamo di estendere questo servizio l’anno prossimo.”
La Val di Fassa si conferma come una delle mete più prestigiose per la MTB in Italia, grazie a una visione a lungo termine che combina eventi di livello internazionale con servizi innovativi e un’attenzione costante alla qualità dell’esperienza offerta ai bikers.
