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Quale sarà il futuro della Mountain bike agonistica?

Tuttavia, queste modifiche potrebbero portare a una rivoluzione culturale che impatterà l’essenza stessa della MTB come sport accessibile e aperto a molti livelli di partecipazione.

Tahnee Seagrave è tornata al successo in Coppa del Mondo (Credits: Daniele Molineris);

Il futuro della mountain bike (MTB) agonistica sembra attraversare una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da una serie di cambiamenti proposti dalla Warner Bros Discovery (WBD), che mirano a rendere questo sport più regolamentato e strutturato, avvicinandolo ai modelli di altre discipline agonistiche già mature come il MotoGP o il ciclismo su strada. Tuttavia, queste modifiche potrebbero portare a una rivoluzione culturale che impatterà l’essenza stessa della MTB come sport accessibile e aperto a molti livelli di partecipazione.

Cambiano le qualifiche nella DH

Una delle modifiche più controverse riguarda la rimozione delle qualifiche tradizionali nel Downhill. L’introduzione di un sistema che prevede una qualifica per i primi 20 posti e una “last chance” per i successivi 10 posti potrebbe penalizzare rider di alto livello che, per qualche motivo, non riescono a qualificarsi. Questo cambiamento rischia di generare incertezze tra i team di vertice, poiché la possibilità di un’uscita prematura potrebbe avere ripercussioni negative anche sui piani di sponsorizzazione.

100 MM nel Xc…?? No grazie

Dalla bozza del nuovo regolamento sembra che si vogliano ridurre le escursioni delle bici da Xc e di quelle da enduro. Più precisamente con un limite di 100mm per l’xc e di 160 per enduro.

La MTB è da sempre il banco di prova dell’innovazione di tutto il sistema delle due ruote.  Spesso i componenti innovativi nascono nella mente dei progettisti off road e in un secondo momento vengono adottati anche su strada, basti pensare ai freni a disco.

Inserire delle limitazioni nell’’escursione è un elemento che snatura l’essenza stessa delle ruote grasse.

Siamo abituati a vedere l’UCI intervenire per regolamentare dal punto di vista tecnico il mondo della strada, ma in quel caso, questo viene fatto sempre nel nome della sicurezza. Ridurre a 100 mm l’escursione delle MTB, oltre che generare problemi di produzione all’interno della aziende, va nel senso opposto. Sarebbe necessario avere una commissione indipendente fatta di esperti del settore per omologare i tracciati, potrebbe essere utile inserire un limite di peso come avviene per le bici da strada, senza però fermare l’evoluzione e la ricerca, che in questi anni ha portato ad avere bici da XC divertenti e adatte ad un pubblico più ampio

Un ritorno al passato?

Introduzione dei numeri personalizzati per i rider

L’idea di assegnare numeri personalizzati ai rider potrebbe rappresentare un elemento positivo per la costruzione di un’identità iconica per i piloti, come già avvenuto in MotoGP con il 46 di Valentino Rossi o nel motocross con il 222 di Tony Cairoli. Questa mossa può contribuire a creare una narrativa più emozionante e coinvolgente per i tifosi, senza snaturare lo spirito della MTB.

Limitazione delle squadre partecipanti alle World Series

Il limite di 20 squadre per le competizioni XC e DH, con l’assegnazione di wild card, è uno dei cambiamenti più significativi. Questo restringimento del campo partecipanti porterà a una selezione più rigida, ma potrebbe garantire una maggiore qualità delle gare, più simile ai modelli di altri sport di alto livello. Tuttavia, ridurre il numero di team potrebbe penalizzare le squadre di seconda fascia e i rider emergenti, che potrebbero vedere limitate le loro opportunità di crescita.

Riorganizzazione dei campionati continentali

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di accrescere l’importanza crescente dei campionati continentali, che già da questa bozza sembrerebbero la via principale per accedere alle gare di Coppa del Mondo. Questo approccio potrebbe creare una sorta di “piramide” agonistica, dove i rider e i team potrebbero attraversare fasi intermedie prima di arrivare all’élite mondiale. Tuttavia, questo modello richiederà una maggiore attenzione da parte delle federazioni nazionali, che dovranno supportare gli atleti e le squadre in questa transizione.

Calendari più lunghi e impatti sui costi

L’aumento del numero di gare, volto a garantire maggiore esposizione mediatica, potrebbe favorire gli sponsor, ma al contempo aumentare i costi logistici e organizzativi, che non tutte le squadre potrebbero sostenere. Anche dal punto di vista fisico, i rider, soprattutto nelle discipline gravity, potrebbero risentire di un carico maggiore di gare, con conseguenti impatti sul loro rendimento e sulla preparazione fisica.

Conclusioni

L’ingresso di WBD e i cambiamenti regolamentari rappresentano un’evoluzione della MTB verso una maggiore professionalizzazione e strutturazione. Tuttavia, questa rivoluzione potrebbe snaturare in parte l’essenza di uno sport che è sempre stato più accessibile rispetto ad altre discipline agonistiche. Se da un lato si sta cercando di portare la MTB a un livello di maturità simile ad altri sport, dall’altro sarà cruciale che le federazioni e gli enti organizzativi supportino i team minori e i rider emergenti, creando circuiti continentali solidi e mediaticamente rilevanti. Solo così si potrà garantire una crescita inclusiva dell’intero movimento e non solo dell’élite mondiale.

L’obiettivo di questi cambiamenti dovrebbe essere quello di mantenere viva l’innovazione e l’accessibilità della MTB, pur garantendo una competizione di alto livello, equilibrata e mediatica.



Scritto da

[email protected] Redattore ed esperto di viaggi in mountain bike. Chiropratico e personal trainer, da anni al seguito di alcuni dei più forti interpreti nazionali dell'enduro mtb.

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