Pubblichiamo il comunicato di Peruzzo srl perché è già più che esaustivo. Peruzzo SRL è un’azienda nata nel 1972 dove ha fondato il suo core-business iniziale alla produzione di copricatena per bici. L’avvento delle MTB alla fine degli anni ’80 ha drasticamente contratto la richiesta di carter. Da qui è nata l’intuizione di convertire la produzione in accessori ciclo, con particolare focus ai portabici per auto.

Comunicato di Peruzzo SRL: Come molti di voi sapranno il Ministero dei Trasporti ha recentemente emanato circolari atte a richiedere la registrazione del portabici gancio traino all’interno del libretto di circolazione dell’auto.
Come produttori stiamo esercitando notevoli pressioni a livello legale per far capire al Governo che questo tipo di circolare è paragonabile all’applicazione di una tassa in quanto non apporta alcun valore aggiunto in termini di sicurezza, essendo il prodotto immesso sul mercato già omologato e quindi conforme ad una chiara Direttiva Europea.
Purtroppo il ricorso al TAR non ha avuto esito positivo e stiamo procedendo per altre vie legali. Nel frattempo, però, la circolare risulta applicabile e quindi i soggetti che non hanno ancora proceduto con la registrazione potrebbero essere oggetto di sanzione.
Vista la circolare molto confusa e l’applicazione altrettanto disordinata da parte degli uffici di motorizzazione locale, non ci sentiamo nella posizione di poter fornire chiare modalità e vi invitiamo, per maggiori delucidazioni, a fare riferimento al vostro ufficio motorizzazione di competenza per capire come procedere.
Ricordiamo, inoltre, che la circolare è RETROATTIVA, questo significa che non è applicabile solo ai nuovi acquisti ma anche ai prodotti già in uso qualsiasi sia l’anno di produzione, omologazione o acquisto.
A nostro parere è evidente che si tratta solo ed esclusivamente di un facile incasso che il Governo vuole recuperare da un vasto numero di portabici gancio traino ad oggi circolante sul territorio italiano e cresciuto esponenzialmente nel corso degli ultimi anni. Proprio per questo vi invitiamo ad aiutarci in questa “battaglia” legale e vi chiediamo di scrivere a [email protected] per esprimere il vostro disappunto. La voce di tanti operatori di settore e privati cittadini potrebbe essere una leva fondamentale per far rivedere questa assurda circolare.
