L’enduro sta vivendo un rilancio molto importante; con numeri che non si sono mai visti nemmeno in quelli che in molti definiscono ‘i bei vecchi tempi’.
Sono presenze importanti, che fanno bene agli organizzatori e in generale al movimento della MTB; poiché a questa disciplina spesso si associa la pulizia dei sentieri e il crescere di un movimento turistico ed esplorativo che ha ottime ripercussioni economiche.
A questa riscoperta dell’agonismo però non corrisponde una forte presenza di rider competitivi nel panorama internazionale; un fattore che mi ha portato a condividere alcune considerazioni con gli addetti ai lavori, per immaginare un percorso che ci permetta di cambiare questa tendenza.
Gara=domenica con gli amici

Non c’è nulla di male nell’interpretare un week end di competizione come un momento per condividere la passione per la MTB ; a patto però che questo venga fatto consci dei propri limiti e con la consapevolezza che una gara non una gita fra amici.
Gara o bike Park?
Arrivo quindi al titolo di questo articolo; molti rider interpretano le gare come una domenica normale fra amici; arrivando alle competizioni senza un’adeguata preparazione, sia fisica che tecnica; spesso senza sapere che magari stanno affrontando una gara nazionale; evento che dovrebbe avere un grado di difficoltà di poco al di sotto delle manifestazioni internazionali.
È difficile trovare il giusto equilibrio, da un lato ci sono le comprensibili esigenze di tipo economico chi organizza un evento; organizzare una gara di enduro ha costi elevati e avere molti iscritti permette di coprire le spese. Dall’altra parte ci sono anche le esigenze degli atleti, che vorrebbero gareggiare su percorsi che permettano di migliorare la loro condizione; o come si dice di ‘alzare i livello’. Per chi vive l’aspetto agonistico, c’è la forte necessità di creare i presupposti per una maturazione del sistema; che ci permetta di uscire dalla situazione di stallo che ci vede ottimi organizzatori di eventi internazionali ma scarsi nei risultati

Una sfida da equilibrista
I due mondi sembrano difficili da far coesistere; perché gli agonisti hanno bisogno di percorsi più tecnici, dove il weekend warriors potrebbe non trovarsi a suo agio; decidendo così di non partecipare all’evento. chi organizza spesso si trova difronte a un scelta ardua; guardo ai numeri proponendo percorsi facile oppure aiuto la parte agonistica a crescere e propongo delle P.S. che siano in linea con gli standard internazionali?
Come fare?
Sembra un circolo vizioso da cui non se ne esce. Se guardiamo alla Coppa del Mondo di qualsiasi specialità ci rendiamo conto che il grado di difficoltà dei tracciati si è alzato; complice i miglioramenti tecnologici dei mezzi, ora si vedono nel xc ostacoli che difficilmente si trovano nelle nostre gare di enduro; con un crescere della tecnicità andando verso le discipline gravity. Molto spesso i percorsi delle altre nazioni seguono questo trend; proponendo tracciati che permettano una crescita del movimento agonistico, lasciando ai raduni o algi eventi regionali il compito di far divertire tutti.
E’ un aspetto da considerare quando si organizza e dovrebbe essere preso in considerazione soprattutto dalla federazione; che fra i suoi compiti dovrebbe avere anche quello di mettere gli atleti nello condizioni di crescere e confrontarsi ai massimi livelli.
Qualche hanno fa anche il cross country aveva un problema simile; i rider avevano in linea di massima un livello tecnico basso e quindi i percorsi dovevano tener in considerazione le esigenze dei più; questa scelta però rendeva difficile la crescita dei nostri migliori esponenti, i quali ogni volta che andavano all’estero pagavano pegno. Negli ultimi anni anche i circuiti nazionali si sono adeguati agli standard internazionali e il nostro movimento è cresciuto; infatti ora comprende ottimi interpreti della disciplina, capacci di competere per la top ten e in alcuni casi anche di più. Per cui dal punto di vista agonistico è chiaro che le gare nazionali di enduro dovrebbero allinearsi a quelli che sono agli standard tecnici dell’EWS.

Un cambio di mentalità
Quello che serve è un salto in avanti del sistema enduro, con una maggiore maturazione del movimento. La divisone fra gare nazionali e gare regionali non può più essere fatta solo basandosi sul tempo totale di gara, ma deve prendere in considerazione altri fattori; fra cui la percentuale media del dislivello, il rapporto fra tempo-dislivello-lunghezza e deve prevedere una commissione adeguata; fatta da rider qualificati, che stabiliscano i parametri affinché un gara possa avere una dicitura piuttosto che un altra.
Così come ad oggi io non mi sognerei mai di prendere parte ad una gara degli internazionali d’Italia di Xc o alle qualifiche di una Word Cup di dh, perchè le difficoltà tecniche sono al di sopra delle mie possibilità; è bene che anche nell’enduro si inizi a diversificare le competizioni.

A quel punto su un biker decide di iscriversi ad una competizione nazionale o di massimo livello deve accettare che il percorso presenti difficoltà tecniche e deve avere la consapevolezza di cosa va a affrontare; in modo che non debba più succedere quello che è accaduto a Oasi Zegna, dove si è dovuto ridurre il tracciato di una gara nazionale perchè il livello tecnico di molti non era all’altezza di un evento simile.
