Com’è cambiata la disciplina olimpica delle ruote grasse nei trenta e passa anni di esistenza?
Si può affermare con tranquillità che è rimasto solo il nome ad unire la prima edizione del mondiale xc del 1990 a quella vinta da Nino Shurter nel 2021 in val di Sole. Il contenuto è completamente cambiato, in meglio o in peggio lo lascio decidere a voi.
Le prime edizioni di questa specialità erano più simili a delle gran fondo che ad una prova in circuito, 2h30’ circa di gara per il vincitore, distacchi notevoli e percorsi che mettevano in risalto le doti di resistenza e di arrampicata dei biker, questi erano gli ingredienti tipici della disciplina.
Con il tempo vi è stato un radicale mutamento di alcuni ingredienti, fino ad arrivare all’attuale tipologia di gara. Il primo tassello verso quello che tutti noi conosciamo come l’attuale format di gara, è stato messo ad Atlanta, durante le Olimpiadi del 1996; quelle che hanno consacrato Paola Pezzo come la regina della disciplina. Un percorso filante e una copertura mediatica totale hanno fatto scoprire questa disciplina ad un pubblico più fasto e messo in mostra quale fosse il suo reale potenziale. Il tempo è trascorso e l’evoluzione, dettata anche dalle esigenze televisive, ha accorciato i tracciati, li ha resi più tecnici e le gare sono passate dalle 2h30’ dell’inizio a poco più di un ora e mezza scarsa. Salite brucianti, rock garden e drop di grande intensità hanno le impresso una nuova identità.
Cos’è cambiato dal punto di vista tecnico?
Se i percorsi di gara hanno avuto una costante evoluzione, i mezzi dedicati all’xc sono rimasti sostanzialmente invariati fino a pochi anni fa. Vi è stata l’introduzione delle ruote da 29’, elemento che in generale ha allargato le possibilità dell’intero settore delle ruote grasse, ma per molto tempo il divario presente fra un mezzo da xc e uno da all mountain era considerevole. La guidabilità e il confort del secondo era impensabile per i primi. Bici che avevano mantenuto pressoché inalterate le geometrie, con piccoli ritocchi che conservavano però inalterate le caratteristiche di difficoltà di guida e rigidità.


Mentre tutti gli altri settori dell’off road avanzavano, per molti anni il cross country è restato fedele alla tradizione. Anche se i percorsi erano diventati più tecnici, le discese più complicate e le bruciati salite spesso erano invase da radici e sassi.
Per il nostro mondo il 2022 sarà invece l’anno che sancirà la vera rivoluzione. Quasi tutte le case hanno presentato n mezzi che di fatto sanciscono un radicale cambio di rotta e un taglio netto con il passato. Angoli aperti, escursioni generose e un assetto più raccolto hanno stravolto il concetto di queste bici. Nei prossimi mesi avremo modo di testare diversi modelli (mentre scrivo sto provando la Scott Spark) e di comprendere quanto siano cambiati questi modelli.

E’ vera rivoluzione?
La risposta è affermativa. Molto spesso si spacciano ritocchi o riproposizioni di schemi del passato come grandi cambiamenti epocali, ma in questo caso è mutato il concetto proprio del xc. Le bici hanno abbandonato geometrie consolidate, che spesso erano mutuate dal mondo stradistico, hanno accettato la sfida delle full, con generose escursioni più vicine a quelle di una bici da all mountain; per la maggior parte dei corridori il telescopico non è più tabù e le gomme da 2.4 non sono più viste come un elemento eretico.

Se fino a pochi anni fa vi queste bici andavano bene solo per l’agonista ed erano scomode e difficili da portare in quasi tutte le condizioni dell’off road , le attuali bici hanno un range di utilizzo molto più vasto e il gab con le trail bike o le bici da all mountain non è più così marcato.
Capiamoci, restano pur sempre dei mezzi da gara pensati per esprimere il massimo nella spinta, nei rilanci e in tutte le situazioni di pedalata, ma ora in discesa si guidano in modo attivo e divertente.
Il tempo ci ha insegnato che alcune rivoluzioni non sono reversibili; quindi, penso che non si tornerà indietro. Quello che sarà interessante capire e fino dove si spengeranno e quale sarà il reale terremoto che questa nuova tipologia di bici comporterà all’intero settore.
