Posso affermare che i boschi del Cusio sono per me una sorta di seconda casa, li frequento da anni, in tutte le stagioni e con ogni condizione meteorologica. Ma la sensazione che mi hanno regalato in una domenica invernale, quando il sole non si è ancora deciso ad uscire e la città è ben lontana dal risveglio, sono veramente particolari.

Molti di noi sono abituati a uscire in bici ad orari improbabili, spesso per coniugare esigenze di famiglia o di lavoro. Ma inforcare la propria MTB la domenica, quando è ancora il buio la fa da padroni, può sembrare una follia, ma vi confesso che è un’esperienza mi ha regalato un’emozione particolare e di cui difficilmente riuscirò a fare a meno. Il silenzio è più intenso, la percezione di essere soli e connessi alla natura è più forte e la luce dorata regala scorci che difficilmente si ritrovano in altri momenti. L’incedere è lento, non c’è la voglia di accelerare, quasi a volersi augurare che, grazie all’andatura blanda, anche il tempo si sospenda e questo momento di pura magia possa durare più a lungo. Il movimento circolare della pedalata costante, unita alla percezione della tranquillità del momento, infondo anche nella mente una sensazione di calma che difficilmente si ritrova nella quotidianità. Molti di voi penseranno che uscire all’alba porti con sé soltanto freddo e gelo, e con esso fastidi di ogni genere.
La realtà è completamente differente, si entra in un mondo parallelo e in una condizione mentale che annulla ogni altro elemento. È chiaro che sia necessario predisporre un abbigliamento adeguato, ma fatto questo, tutto viene facile e la natura ti accoglie con la tranquillità che le è consona. Persino gli animali del bosco, veri proprietari delle nostre montagne, sembrano più rilassati e studiano i miei movimenti con meno sospetto. Capita così che una coppia di caprioli segua il mio incedere e che in diversi momenti le nostre strade si incrocino. Solitamente, in questi casi fuggono rapidi, mentre in questa situazione mi osservano con cautela, quasi a voler capire cosa ci faccia un elemento simile, a cavallo di un mezzo a due ruote, li nel bosco e a quell’ora.

Quando ritorno verso Omegna, la città si è già risvegliata; la frenesia domenicale è già ripartita, le persone si apprestano a ordinare cappuccio e brioches alla Canottieri, leggendo il loro quotidiano preferito. Oppure salgono in macchina per raggiungere i familiari per il pranzo domenicale. Gesti legati alla consuetudine, che in questo momento assumono un significato diverso, facendomi sentire altro da quelle abitudini.
Avvicinandomi a casa, conservo le energie che si sono sprigionate partecipando della nascita del giorno e del risveglio della vita. Penso già alla prossima volta, quando la sveglia suonerà ad un orario improbabile per molti, ma saprò che il trillo che potrebbe sembrare fastidioso ed irritante per molti, è il segnale che è giunto il momento di rivivere emozioni sublimi che non vorrò perdermi.

