Ciao Loris, nel 2021 sei passato a CANYON COLLECTIVE FACTORY TEAM quali sono le differenze che hai trovato nell’entrare in un top team?
“Il bello di essere in un factory team è l’organizzazione, ci sono molte persone pronte ad aiutarti, ognuno ha compiti diversi e ben definiti in modo da non dimenticare nulla e non intralciarsi nei lavori, l’unico compito del pilota è pensare ad allenarsi e andare in bici meglio che può.”
A Maribor ti abbiamo visto coinvolto in un brutto incidente che ti ha infortunato pesantemente, cosa è successo? Adesso come stai?
“Non so bene cosa sia successo perché non ricordo nulla, credo di essermi puntato su un salto, ma nessuno mi ha visto quindi boh non lo saprò mai ahahah. Per fortuna ora sto bene, mi sono ripreso quasi al 100% e sto lavorando per tornare meglio di prima.”
Com’è stato riprendere gli allenamenti?
“All’inizio subito dopo l’incidente non ero molto convinto di quello che avrei fatto in futuro, ma è bastata qualche settimana per capire che gareggiare è quello che voglio fare. Ero sugli spalti al mondiale a Val di Sole per tifare i miei team mates, ma non ero molto felice di essere li, avrei sicuramente preferito essere al cancelletto.”
Ultimamente ti abbiamo visto a bordo della tua Canyon Sender, su una moto da enduro e surfare tra le onde, quali sono gli allenamenti che ti piacciono di più?
“Ovviamente girare in Dh è il mio preferito, però anche pump track, pista di bmx, bici da strada e palestra non mi dispiacciono affatto. Quando cominci a vedere i benefici degli allenamenti diventa tutto super figo.
La moto da enduro è un’altra bella passione anch’essa allenante, nell’off Season mi piace schierami in qualche gara della zona.
Il surf è forse la passione più grande dopo la bici, il mare e l’oceano ti danno delle sensazioni incredibili. È una disciplina molto adrenalinica, vuoi sempre un’onda più grossa, un tubo più bello, una curva con più spruzzo. Non ci dedico tanto tempo purtroppo, ma appena riesco mi fiondo in acqua e a fine stagione faccio sempre qualche surf trip con gli amici.”
Nel 2020 oltre alla coppa del mondo hai partecipato a due round di EWS, quali sono i piani per il prossimo anno?
“Si ho fatto qualche gara di enduro, mi piace tantissimo perché giri molto in bici, ma non mi dà nulla rispetto alla Dh. Nei due round alla quale ho partecipato non mi sono mai sentito in gara, sembrava quasi di essere a fare un giro con gli amici, il che è bellissimo, ma al momento la Dh non si batte. Sono più per una discesa, o la va o la spacca.”
Parliamo del tuo soprannome, com’è nato Lorikid?
“Il nome Lorikid è nato da Walter Belli e mi ha dato una mano a far crescere la mia immagine, secondo lui per essere un figo e creare un personaggio bisognava avere un nickname. Mi chiamava sempre kid perché in quel periodo ero ancora un ragazzino di 16/17 anni, un po’ magro e sembravo ancora un bambino, cosi ci abbiamo aggiunto una parte del nome e si è formato Lorikid.
Mi è piaciuto subito e tutt’ora mi piace perché quando vado in bici mi diverto come un bambino, voglio usarlo per dare un segno di riconoscimento a Walter per tutto quello che ha fatto per me e per la Dh italiana.”
