Siamo a metà della stagione enduristica nazionale, prima del gran finale che nell’arco di due week end assegnerà lo scettro di campione del circuito Superenduro e quella di campione italiano facciamo il punto della situazione. Il nuovo format piace molto agli atleti, è unanime il commento positivo per questo nuovo modo di interpretare la gara. Come già scritto nei mesi scorsi è necessario riorganizzare i piani di allenamento e il modo di interpretare gli eventi, ma sabato prove e domenica race è un’accoppiata che piace. C’è più bagarre nelle posizioni alte della classifica, la sensazione è che grazie e questo nuovo modo di correre vi sia una maggiore rotazione nelle posizioni. Il fatto di non conoscere alla perfezione il tracciato porta più facilmente a commettere degli errori, e quindi le classifiche mutano costantemente, a tutto vantaggio della spettacolarità e della crescita dei biker. Cambia il modo di correre e quindi bisogna cambiare anche l’approccio mentale e fisico alle gare.

IL NUOVO SUPERNEDURO
Due nuove norme hanno mutato anche il Superenduro. La regola dei 20’ di speciali per le gare nazionali e le prove concentrate solo al sabato hanno reso le manifestazioni più intense sia dal punto di vista fisico che mentale, inoltre in questa stagione anche i tempi di risalita più stretti hanno contribuito a intensificare la gara. Correre quasi a vista è più impegnativo, come pure fare 40 km il sabato e qualcuno in più la domenica obbliga ad avere maggiore concentrazione mentale e una migliore gestione delle proprie energie. È una maturazione del format che piace e che lo porta ad un livello superiore dal punto di vista agonistico. Rispetto ad altre discipline gravity ora per partecipare ad una gara di circuito bisogna allenarsi bene, sia per reggere le due giornate che per stare nei tempi.

BILANCI DI META’ STAGIONE

La prima cosa che balza agli occhi è che in questo 2019 c’è voglia di enduro. I numeri di iscritti sia nel Superenduro che nei circuito secondari ci dicono che è tornato l’interesse da parte dei biker. Dopo alcuni anni in cui vi era stata una flessione, sembra che chi acquista questo genere di bici abbia nuovamente voglia di confrontarsi. Probabilmente le modifiche di cui abbiamo detto sopra, vanno in una direzione che era reclamata dai concorrenti, i quali hanno premiato chi ha saputo osare.

Dal punto di vista puramente agonistico queste prime gare ci hanno dato due indicazioni, la prima è che il livello internazionale è ancora lontano, la seconda che non vi è a livello nazionale un dominatore. Se nella scorsa stagione c’era un favorito chiaro per la vittoria del tricolore, questa stagione sta dando segnali di incertezza, che per il movimento è sicuramente un bene. La gara di La Thuile si addice alle caratteristiche di Casadei, biker di esperienza che sulle ps molto lunghe ha una marcia in più, Pesenti ha mostrato una maturazione psico fisica ottima e ricordo una sua prima giornata di gara all’ews di qualche anno fa da top venti proprio nella località della valle d’Aosta. Vi è poi Berta, che gioca in casa e che viene messo di diritto fra i favoriti a patto che riesca a guarire dall’infortunio che ha subito a Lerici.

A questi tre, che ad oggi sembrano i più vicini alla vittoria, aggiungerei due ‘outsider’, il primo è il campione italiano uscente, Alex Lupato, che per svariati motivi ha avuto un inizio di stagione incerto, ma che ha sempre dimostrato che l’italiano è una gara diversa dalle altre e che lui sa ben interpretare, poi c’è Vendemmia, che nonostante la giovane età ha un grande talento e potrebbe diventare la sorpresa di giornata.
