Inverno caldo per i test di 365, è il momento di presentare una prova che mi ha sorpreso positivamente, ovvero quello della nuova Commençal Meta AM in versione base. Una bici che nel momento in cui sto scrivendo viene proposta a 2600 euro, prezzo per il quale altri brand non ti vendono nemmeno il telaio nudo.
La bici
Il cuore di ogni MTB è il telaio, il vero elemento che può fare la differenza fra un marchio e l’altro. Le quote geometriche e il funzionamento del carro sono elementi che possono dare un impronta specifica al modello. Commençal, per scelta, continua a credere nelle virtù dell’alluminio; qui troviamo una lega 6066 a triplo spessore con cuscinetti rinforzati per sostenere le sollecitazioni dell’enduro moderno.
La scelta per quel che riguarda il gruppo ammortizzante è tutta in casa Rock Shox, con la Yari rc e il mono Delux Select montato con due token.







Freni trp slate ev a quattro pistoncini e un allestimento generale che bada molto alla sostanza. Di Shimano la trasmissione con l’affidabile ed economico Deore. Mozzi Formula e cerchi E13 con canale da 30mm. Manubrio e attacco Ride Alpha e sella Fizik alpaca x5. Unico neo, l’assenza del telescopico, elemento fondamentale per questa tipologia di bici.
Il test
Considerato l’allestimento base mi aspettavo un mezzo che, soprattutto per quel che riguarda le idrauliche, potesse andare in difficoltà apprendo il gas. La sorpresa invece è stata alta nel costatare che forcella e mono hanno fatto molto bene il loro lavoro, rendendo questa bici un mezzo già pronto gara, fatto non da poco vista la cifra di base.

In discesa
L’idraulica della forcella sostiene abbastanza bene il rider, permettendo di avere una guida ben controllata , senza che l’avantreno si chiuda troppo nelle staccate più dure o nei tratti molto ripidi.
Questo permette di mantenere una guida ben avanzata, molto utile negli inserimenti in curva e nel controllo della bici nelle situazioni più complesse. Il merito va distribuito equamente fra il lavoro della forcella e la rigidità della serie sterzo; che, unita all’angolo sterzo molto aperto ( 63,6°), fanno si che questa Meta AM abbia all’anteriore una notevole stabilità.
Si comporta molto bene anche il retrotreno, la rigidità del telaio è elevata e durante la guida più spinta la si sente tutta. La sensazione è che il lavoro del leveraggio sia preciso, la bici assomiglia ad una lama che taglia il trail. Le regolazione fanno la differenza, per cui, soprattutto agendo sul freno in comprensione dell’anteriore si può avere un mezzo più morbido o molto reattivo.

La posizione in sella un po’ lunga fa si che siano necessarie alcune discese per trovare il giusto feeling nei tratti più stretti e lent;, mentre questa AM da il meglio di se nel veloce scassato, dove riesce ad assorbire tutto, regalando una sicurezza di guida impressionante. Qui il merito va equamente diviso tra il lavoro della forcella e l’ottimo funzionamento del carro posteriore, il quale perdona anche qualche errore.
Nelle curve in appoggio la posizione in sella e il lavoro del carro permettono di inserirsi con grande velocità e di spingere molto bene sui pedali per pomparla in uscita, rendendo naturale questo movimento, che è aiutato anche da un disegno molto sloping del telaio.
Esteticamente infatti, questa bici ha una linea che ricorda più una bici da dirt, con tanta luce che permette al biker di muoversi agevolmente al suo interno, garantendo una guida molto attiva in ogni condizione.

Come accennato, qualche difficoltà l’ho riscontrata nello stretto lento; dove le quote geometriche di questa Meta rendono più difficoltoso riuscire a lanciarla e a trovare la giusta velocità; Infatti tende spesso a cercare di aprire un po’ le curve; sensazione che non è cambiata anche agendo sul sag andando a irrigidire la riposta.
Va detto che il terreno di caccia di questo mezzo sono le competizioni, dove la tendenza è quella di PS sempre più scassate e dove una geometria aperta come questa da la possibilità di guidare con maggiore sicurezza, donando grande stabilità all’insieme. Per i pistini più easy ci sono bici con geometrie ed escursioni più ridotte che certamente potranno fare la felicità di molti biker.
In salita
Il lavoro dei leveraggi rende stabile la pedalata. Il Delux è privo del bloccaggio, ma non si sente la mancanza di questo dispositivo, tanto è alto il sostegno in tutte le situazioni, compresi i tratti in pianura ad alta frequenza di pedalata (100 rpm). Se si vuole avere ancora maggiore supporto è sufficiente chiudere il ritorno e la bici diventa un bel rigidino mangia dislivelli. La posizione molto avanzata del piantone reggisella fa si che vi sia un grande sviluppo di forza in spinta, con un lavoro importante dei glutei. La bici è stata progettata per le salite dei trasferimenti e per essere efficace nei rilanci, situazioni dove una posizione più dritta sui pedali è certamente più efficace.

Pronta per le gare?
E’ questo il quesito più importante che mi sono posto durante il test. Può una bici che attualmente è in vendita a 2600 euro essere pronta per le competizioni?
La risposta è 80% si, 20% forse.
Il tema va spiegato bene. Il telaio è i medesimo dei modelli più pregiati, quindi dal punto di vista puramente geometrico questa bici è pronta per le competizioni; ma ha farmi propendere per una risposta affermativa è soprattutto il suo comportamento generale.
Come già scritto sopra, forcella e mono si comportano egregiamente, dando quella giusta confidenza che è requisito indispensabile per spingere nelle PS. Anche il resto della bici ha un comportamento molto buono, con i soli freni che mostrano un po’ il limite, ma è sufficiente sostituire le pastiglie per avere un comportamento più sicuro.
Tutto molto bello, ma per completezza di ragionamento è necessario fare alcuni distinguo. Infatti se per le categorie esordienti e allievi e per la maggior parte degli junior questa Commençal AM potrebbe essere la bici perfetta per rapporto qualità prezzo, quando iniziamo a parlare di giovani a caccia del podio o di rider delle categorie superiori allora il ragionamento deve farsi più articolato.
Infatti la Yari si è dimostrata una buona forcella, ma per un utilizzo più spinto o per rider più pesanti, durante la guida contro il tempo potrebbe evidenziare una struttura meno rigidoa rispetto ad una forcella con steli da 38. Inoltre il mono lavora bene, ma la mancanza del serbatoio esterno riduce l’efficienza del funzionamento durante lunghe discese affrontate a tutta e con una guida aggressiva.
Per cui bene per rider giovani e leggeri, bene anche per chi affronta le gare come puro divertimento, un po’ al limite per rider maturi, atletici e a caccia del risultato.

Conclusioni
Questa Commençal Meta AM si è dimostrata un’ottima MTB progettata per andare forte e per affrontare al meglio i tracciati enduristici moderni. Un mezzo lungo, molto stabile nel veloce con un carro posteriore che garantisce il giusto sostegno in salita, che sa assorbire bene le asperità e che ha nella capacità di spingere in uscita di curva una caratteristica molto importante.
Tutto bello? Quasi. Il nostro ruolo è anche quello di verificare i mezzi in ogni dettaglio e l’assenza del telescopico è un elemento su cui Commençal dovrebbe fare una piccola riflessione.
